Corriere della Sera - La Lettura
Studia gli altri capirai te stesso
Il contagio e la lezione della storia: parla Michel Zink, esperto di letteratura medievale
«Quando il morbo si diffonde inizia anche la caccia al capro espiatorio: chi è o chi sono i responsabili di quello che accade? Noi che studiamo gli scrittori antichi sappiamo bene che cosa possa comportare in una comunità la diffusione della peste: Tucidide, Jean Froissart, Guillaume de Machaut descrivono molto bene le paure, le angosce, gli eccessi, i sospetti...». Michel Zink, 74 anni, professore emerito al Collège de France e uno dei quaranta «immortali» di Francia, Premio Balzan nel 2007, è un raffinato studioso della letteratura francese medievale. «Parlare di capro espiatorio — aggiunge Zink — mi fa pensare a René Girard, a cui sono succeduto tre anni fa sul trentasettesimo seggio dell’Académie. Spetta a lui avere analizzato a fondo i meccanismi della violenza, della persecuzione, del sacrificio. Mi preoccupano le crudeltà che la paura può scatenare: non dimentichiamo che nel Trecento gli ebrei venivano accusati di propagare la peste avvelenando i pozzi…».
Al di là delle analogie, ci sono però clamorose differenze con i racconti della peste del passato…
«Certamente. La mortalità della peste nera, per ragioni che bene conosciamo, era molto più alta. Ma, nello stesso tempo, il morbo era anche meno spaventoso perché lo si riteneva un castigo divino a cui Dio stesso, una volta raggiunti i suoi scopi morali, avrebbe messo fine. E anche se noi siamo più protetti dalle straordinarie conquiste della medicina, siamo però più fragili: l’epidemia si diffonde con una velocità sorprendente in un pianeta globalizzato».
Che fare allora in situazioni drammatiche come queste?
«I Paesi non possono pensare di fermare il virus alle frontiere. Ecco perché mi sembra necessaria la consapevolezza che solo una solidarietà e un’intesa mondiale possono sconfiggere questo nemico. Solo l’elaborazione di una strategia comune ci salverà...».
La globalizzazione, oltre a cambiare la nostra maniera di vivere, sta trasformando anche l’idea stessa di istruzione e di trasmissione del sapere...
«In un mondo globalizzato si chiede uno sforzo in più per conoscere altri popoli e altre