Corriere della Sera - La Lettura
Le opere narrano sé stesse E i bambini sono invitati a «copiare»
Guardare oltre, in un’altra delle province violentemente colpite dall’epidemia. Sperimentando modi destinati a diventare «patrimonio acquisito» anche dopo. I Musei Civici di Brescia (bresciamusei.com), aspettando il ritorno (posticipato) della Vittoria Alata, raccontano la propria storia e le proprie collezioni alla maniera dei feuilleton: tanti frammenti di un racconto complessivo. Come #Carta d’identità di un’opera: lunedì e mercoledì alle 16 «in diretta» brevi podcast in cui a parlare saranno direttamente le opere attraverso la voce dei curatori delle collezioni. O come #Musei a domicilio: il giovedì e il sabato alle 16 i bambini saranno invitati a realizzare sperimentazioni artistiche che prendono spunto dai capolavori dei Musei di Brescia, per una sorta di Art Attack in chiave bresciana. O ancora come #L’opera del mese: oggi, domenica 29 marzo alle 15.30, va in scena L’anfora di Psiax-Ercole (510 a.C.) dalla Pinacoteca Tosio Martinego (relatore Sergio Fontana). Ma si guarda già oltre con #È ora di alzarsi: un film originale, ispirato a una favola di Stephan Zavrel, che verrà mandato in onda a puntate prima della riapertura con un custode immaginario che andrà a svegliare le opere, facendole preparare per rivedere i visitatori.
I musei chiusi aprono. E propongono iniziative da condividere sui social, viaggi virtuali, dialoghi a distanza. A Torino il direttore dell’Egizio accompagna online, due volte alla settimana (come già faceva fisicamente prima), gli appassionati a conoscere i segreti dei faraoni; a Venezia il Museo di Storia Naturale invita i cittadini a guardare fuori dalle finestre per catturare (solo in foto e video) i volatili che si sono riappropriati della Laguna; a Bergamo, uno degli epicentri della crisi,
Radio Gamec sembra Radio Londra