Corriere della Sera - La Lettura

Il nostro fastidio parla d’amore

Garth Greenwell l’ha teorizzato: «Voglio fare pornografi­a e arte insieme». I suoi racconti, che in America sono il caso letterario del momento, non nascondono nulla né della passione gay né delle ambizioni estetiche. Altissime

- Di LIVIA MANERA

«Era nudo quando ha aperto la porta, in cont rol uce nell ’ i ngresso del suo appartamen­to, nudo con l’eccezione di alcune stringhe di cuoio che s’incrociava­no sul petto, senza avere una funzione particolar­e; e anche questo mi avrebbe fatto ridere, se i suoi modi non lo avessero in qualche modo vietato». L’incontro tra il narratore senza nome di Gospodar (padrone), uno dei racconti di Garth Greenwell che compongono Cleanness, il caso letterario del momento negli Stati Uniti, si svolge a Sofia, nello squallido e triste condominio di una grigia città. «Dimmi cosa vuoi», dice il bulgaro, né giovane né atletico né attraente. E il narratore, un giovane professore americano, si trova a recitare una sceneggiat­ura collaudata, sapendo che allo stesso tempo esprimerà e non esprimerà i suoi desideri. Poi però cede a un gesto di falsa tenerezza da parte del dominatore, e riesce a confessare il desiderio più profondo, la vera ragione per cui ha cercato su internet un compagno per quest’incontro sadomaso: «Voglio non essere più niente». L’equivalent­e erotico di un suicidio.

Il professore di liceo che rimarrà senza nome in tutti e nove racconti di questo libro di storie interconne­sse, è un uomo sulla trentina, colto, vulnerabil­e e intensamen­te sensibile. È capace della più tenera empatia ma è anche un cacciatore di emozioni forti, deciso a provare con l’aiuto di quel minaccioso sconosciut­o una scossa di umiliazion­e così forte da azzerare, fosse anche solo per un’ora, il dolore che gli ha procurato la separazion­e dal giovane uomo di cui è innamorato.

Ogni opera narrativa che s’impone all’attenzione con la prepotenza con cui si è imposta in queste settimane Cleanness negli Stati Uniti ha, normalment­e, due caratteris­tiche che la distinguon­o: una qualità di prosa altissima, e se possibile modulata su tonalità insolite; e l’apporto di un elemento innovativo capace di illuminare il qui e ora da una prospettiv­a poco esplorata, o niente affatto. Come gli impossibil­i rapporti di coppia dei giovani irlandesi di Persone normali di Sally Rooney (Einaudi, 2019). O come l’effetto della crisi degli oppiacei sugli adolescent­i americani di Brevemente risplendia­mo

sulla terra di Ocean Vuong (La nave di Teseo, 2020). Nel caso di Cleanness l’elemento di novità non è tanto il modo brutalment­e esplicito di trattare l’omosessual­ità maschile — altri lo hanno già fatto — ma la capacità di usare i momenti carnali del racconto come reagenti per evidenziar­e temi esistenzia­li. Come ha detto Greenwell in un’intervista, «mi interessa scrivere cento per cento pornografi­a e cento per cento high art », cioè arte con l’A maiuscola.

Non un’impresa per i deboli di cuore, nemmeno per una personalit­à poliedrica come questo quarantenn­e autore di Louisville, Kentucky: la cui scrittura è fatta del precipitat­o di diverse esperienze di formazione culturale, come una prestigios­a scuola di canto, lo studio della poesia, un dottorato a Harvard e l’insegnamen­to nella scuola americana di Sofia.

Tutto è cominciato qualche anno fa con Mitko, la storia dell’ossessione erotica che legava un giovane uomo americano a un prostituto bulgaro: uno smilzo librino da poche centinaia di copie, che dopo esser stato scoperto da Peter Cameron è cresciuto e si è evoluto in modo nel primo romanzo di Greenwell, Tutto ciò che ti appartiene (Mondadori, 2017). Poi, quando ormai era chiaro che il suo impatto rivaleggia­va con quello di Chiamami col tuo nome di André Aciman (Guanda, 2008), è arrivato Cleanness: all’apparenza rivisitazi­one degli stessi personaggi e gli stessi temi — l’eros omosessual­e, il rapporto con uomini più giovani, Sofia — ma un’opera più ricca, più compiuta, di grande ricercatez­za sintattica, che con un uso strepitoso del tempo e del ritmo, e una prosa poetica al servizio della più disincanta­ta precisione descrittiv­a.

Ora la domanda è: può, oggi, un’opera che solo ieri sarebbe stata relegata sugli scaffali della gay fiction, aspirare all’universali­tà? Il successo di Cleanness sembra suggerire che i tempi sono maturi. C’è molto da apprezzare in questo libro, anche per i non appassiona­ti di «pornografi­a e high art». Il primo racconto, per esempio, Mentor, è il toccante (e straziante) resoconto dell’incontro che si consuma in un caffè di Sofia tra il professore americano e uno dei suoi allievi che ha avuto il cuore spezzato da un compagno di classe: un intrigo emotivamen­te denso, pieno di svolte significat­ive consumates­i sotto gli occhi ignari del professore. Il ragazzo se ne andrà frustrato e agitato come è arrivato, la confession­e del suo amore per un compagno che lo ha tradito con una ragazza rimarrà inutile e intatta, mentre il professore ragiona, da scrittore, che «la pena che sta provando in questo momento diventerà una storia che racconterà ad altri». Cleanness, il racconto che dà il titolo al libro, esplora invece il felice e asimmetric­o innamorame­nto tra il professore e R: due corpi che cercano energicame­nte il piacere e trovano qualcosa che va molto oltre. È una storia d’amore ricca, completa, con tutte le ansie, le ambivalenz­e e l’estasi dell’amore vero, in cui basta una parola in più o un colpo di vento perché l’umore cambi. «Persino il fastidio — riflette il narratore, diventava parte del piacere che ci davamo l’un l’altro».

Dove c’è desiderio c’è trama, sostiene Greenwell, riferendos­i alla forza trainante che è l’essenza dei suoi racconti. In essi c’è violenza, c’è umiliazion­e e c’è l’abisso della vergogna. Ma c’è anche quella cosa esplosiva che si chiama felicità. «Volevo piantare le radici dentro di lui — scrive — anche se il vento diceva che qualunque radicament­o era una finzione, che erano solo sistemazio­ni provvisori­e, rifugi di fortuna e porti malsicuri, ti amo, ho pensato all’improvviso in quel trasporto che fa sembrare possibili così tante cose, ti amo, prendi tutto di me, tutto ciò che ti serve».

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