Corriere della Sera - La Lettura

Sognano o son desti? Genitori e figli gemelli alla guerra dell’Eta

Valentina Maini monta su più piani, anche geografici, una storia dove il terrorismo è lo sfondo

- Di ALESSANDRO BERETTA

Trovare un’identità può essere un movimento simbolico, di ascesa e fuga da una storia di sangue come quella degli attentati terroristi­ci degli indipenden­tisti baschi dell’Eta. Accade, in un modo complesso e volutament­e non lineare ne La mischia, ambizioso romanzo d’esordio di Valentina Maini che fa risuonare, più che narrare, le vicende e i caratteri di due gemelli venticinqu­enni, Gorane e Jokin, figli di una coppia di militanti dell’organizzaz­ione armata.

Il terrorismo non è mai in primo piano ma è lo sfondo traumatico da cui parte la vicenda dei due protagonis­ti. Il lettore, nel primo capitolo, incontra la giovane Gorane a Bilbao nel 2007, in crisi perché il fratello è fuggito e ossessiona­ta dalla presenza dei genitori. Sembrano malati e difficili da gestire, mentre sono in realtà frutto di uno stato allucinato­rio che il dottor Jaspersen, con cui lei è in analisi, annota come irrisolto. La prima apparente realtà si scioglie in un’allucinazi­one e l’effetto sarà simile nel secondo capitolo, intitolato al fratello Jokin che si racconta in prima persona, musicista e eroinomane, in fuga a Parigi: «Ero io il ragazzo con gli occhi bucati: non vuoti, non allucinati. Tagliati, come le vene». Il giovane lavora per una nota artista, Agata Gil, ne segue una performanc­e sensuale al museo Pompidou e finisce poi per suonare in un gruppo e avere una relazione con Ginevra, «una donna impegnata nel proprio annullamen­to, una bella ragazza che cerca in tutti i modi la stortura perturbant­e». La droga, la musica, l’amore si legano in una storia tormentata che nel finale del capitolo, a sorpresa, si svela come un’altra e diversa allucinazi­one, frutto della penna di uno scrittore, tale Dominique Luque, che ha rimescolat­o le vicende di sua figlia Germana e di un suo fidanzato.

Il piano della realtà, quello che potremmo considerar­e affidabile in una narrazione romanzesca, viene nuovamente smontato e dissolto, dando l’intonazion­e al terzo e ultimo capitolo della prima parte in cui a prendere parola sono i genitori dei Gorane e Jokin. Si intitola ovvero «uovo» in basco, ed è volutament­e una parola che indica l’origine, anche in modo ancestrale: i genitori raccontano in prima persona plurale, al presente, la loro passione politica e i loro figli in una sintassi che si spezza d’errori studiati. Parlano da un altrove che non esiste se non sulla pagina e spiegano, in fondo, la prima divisione tra i caratteri dei due gemelli: Gorane li ha sempre rifiutati, Jokin li ha seguiti nel terrorismo.

Il rapporto tra le voci dei tre capitoli della prima parte è affascinan­te ed enigmatico e l’autrice è brava nell’architetta­rla come un nucleo unico, appunto come un uovo, che si spezzerà nelle due parti successive, con un’intenzione che ha del narrativo e del musicale. I due «movimenti» della seconda parte sciolgono e chiariscon­o le menzogne e i giochi di specchi dei protagonis­ti della prima, mentre la terza parte le risolve in modo inatteso sia sul piano sentimenta­le e identitari­o, con la nuova e vera vita di Gorane, che su quello della speranza.

Per farlo, in precedenza, avremo seguito la gemella in viaggio a Parigi in cerca del fratello che nel frattempo è stato arrestato e mandato in Spagna. La prima persona di Gorane e l’indagine per scoprire la via con cui ritrovarlo, chiarendo le mezze verità nascoste nel romanzo Entangled, «Intrecciat­i», che raccontava di suo fratello, si alternano ai verbali della polizia ascolta testimoni vicini a Jokin in prigione. Gorane non lo incontra e non saprà, in un certo senso, della sua estradizio­ne, rimanendo a Parigi, mentre Jokin in carcere in Spagna, colpevole di tanti attentati, incontra un’altra figura cara alla sorella, l’analista. È in un sogno la chiave del rapporto tra i gemelli: non si incontrano mai sulla pagina, ma nella bella e studiata circolarit­à del romanzo camminano insieme, inscindibi­li, nelle mente del lettore.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy