Corriere della Sera - La Lettura
L’ATTESA DI FORME NUOVE DI VITA
Troverebbe certo materia di canto il poeta Ovidio nella tela di giorni che si sta tessendo sotto i nostri occhi ancora increduli. Il tempo dell’attesa e quello del desiderio, da lui straordinariamente narrati, si sono rappresi nelle nostre vite. Verso cosa tendiamo, e quale «tu» attendiamo? Sarà una difficile ospitalità, quella che dovremo offrire all’immagine di noi e degli altri che giunge dall’inedito altrove dietro un angolo ancora lontano. Chiamati a mutatas vivere formas, parafrasando il poeta, siamo e saremo guidati a piccole e grandi trasformazioni, diventando a nostra volta dei personaggi-racconto, finalmente anche noi abilitati — nelle nostre vite — a narrare la metamorfosi: realtà ancora più radicale del cambiamento e insieme più rispettosa verso la forma di prima. Inquilina privilegiata del territorio del mito, e in perenne esilio dalle fattezze consuete, la metamorfosi è affermazione di forme nuove che però mantengono la memoria ( mens pristina manet) di ciò che erano: nei rami dell’alloro vibrano ancora le braccia di Dafne, nello stormire di quelle fronde brilla l’oro dei suoi capelli.
Se oggi la metamorfosi, in fuga dallo spazio del mito in questa primavera che fa a meno di noi, entra nelle città, nelle case, nelle abitudini, possa almeno dislocarci — come è nella sua natura — verso il sentire dell’altro, verso il sentire l’altro, in una forma non episodica e a riflettori spenti. Capace di consegnarci a una rigenerazione, potrà essa stessa a sua volta trasformarsi in un nomadismo interiore, abitando il quale cercheremo il nostro volto, e il volto degli altri, in ciò che saremo diventati. E anche il sapere dei classici potrà mutarsi in sapienza della vita quotidiana.
Ora che tutto indietreggia nelle nostre vite, e qualcosa di nuovo si fa strada dentro di noi, gustare un diverso sapore del mondo acquista, nel tempo pasquale, una valenza in più, e ci fa sperimentare l’inatteso e l’oltre, così radicalmente inscritti nell’orizzonte della nostra finitudine.