Corriere della Sera - La Lettura
Il cannibalismo galattico della Via Lattea
Un pool di scienziati guidati da Michele Bellazzini dell’Inaf di Bologna ha trovato le prove di uno straordinario fenomeno: coinvolge la nana del Sagittario, che sarà «presto» spazzata via
La scena ora è delineata bene. E la fine, inesorabile, confermata. La nostra galassia sta inghiottendo un po’ per volta la vicina galassia nana del Sagittario e tutto sta accadendo in maniera violenta, lacerante. Un extraterrestre che ci guardasse da lontano assisterebbe a uno spettacolo straordinario, fantasmagorico, pur tragico nella sua natura cosmica. La prova di cannibalismo galattico di cui è protagonista la Via Lattea è stata raccolta da un gruppo internazionale di astrofisici. «Grazie al satellite Gaia — racconta a “la Lettura” Michele Bellazzini dell’Istituto nazionale di astrofisica che guida il gruppo — siamo riusciti a tracciare le code di stelle risucchiate dalla piccola galassia individuando in particolare tre ammassi stellari strappati al nucleo originale e presto divorati assieme a tutti gli astri di cui è formata».
La galassia nana del Sagittario dista 86 mila anni luce dalla Terra ed è la più vicina; ma è difficilmente visibile perché situata a sud. Per questo è stata scoperta tardi, nel 1994, da Rodrigo Ibata dell’Università di Strasburgo, anche lui nel gruppo dei ricercatori autori dello studio.
Da allora gli astrofisici sono impegnati a delinearne le caratteristiche e la condizione. Sin dalla metà degli anni Novanta è iniziata la raccolta di indizi sulla sua situazione critica, cioè quella di vittima designata della Via Lattea. La galassia del Sagittario è formata da circa trecento milioni di stelle, molto più piccola dunque rispetto ai 300 miliardi di stelle che popolano la nostra, intorno alla quale compie un giro in seicento milioni di anni. Durante il viaggio transita nella parte esterna del disco della Via Lattea e lo attraversa. In questo modo è stata filtrata e ha perso tutto il materiale gassoso di cui era dotata. Adesso si presenta come un insieme di vecchie stelle con una metallicità piuttosto alta e non più in grado di generare nuovi astri.
Qui la storia si fa complicata e il gruppo ha dovuto agire con l’animo degli investigatori per individuare tracce e indizi della voracità della sorella maggiore. «La piccola galassia — spiega Bellazzini — è sotto l’effetto di marea generato dalla Via Lattea: strappa ammassi stellari che formano due code proiettate verso il nord e il sud e la impoverisce progressivamente. Con il preciso catalogo di astri compilato dal satellite Gaia siamo riusciti a confermare che alcuni ammassi stellari facevano parte delle code ed erano stati violentemente rubati alla galassia nana di recente, negli ultimi due periodi orbitali». Per a ve re ce r te z z a del r i s ul t a to , due aspetti hanno aiutato gli astronomi. Il primo è la precisione delle osservazioni del satellite Gaia che fornisce sei numeri preziosi di un soggetto studiato: tre indicano la posizione, altri tre il suo movimento. Il secondo è il riferimento ad alcune stelle RR Lyrae, usate solitamente come «candele standard» perché consentono di stabilire bene le distanze grazie a pulsazione e luminosità.
Le indagini hanno permesso finora di stabilire che la nana del Sagittario si sarebbe aggiunta al grappolo di mondi-satelliti della Via Lattea circa cinque miliardi di anni fa. Ma il lento cannibalismo esercitato dalla Via Lattea le lascia appena due o tre miliardi di anni, quando finirà del tutto inglobata nella nostra grande isola cosmica. «Abbiamo anche visto — continua Bellazzini — il punto dove attraversa il disco della Via Lattea, a 65 mila anni luce dal nostro centro galattico. L’area appare perturbata dal suo passaggio, favorendo la nascita di nuove stelle».
Il cannibalismo galattico fa parte della natura dell’universo: come è noto dagli anni Ottanta del secolo scorso e poi dalle stupende testimonianze di Hubble, le grandi isole divorano le più piccole e si divorano tra loro. È così che le galassie crescono. Il «banchetto» in atto con la nana del Sagittario da parte della Via Lattea è solo il più recente allestito nei circa 10 miliardi di anni della sua esistenza e di cui gli astronomi siano a conoscenza. Nel 2018, sempre analizzando altri dati di Gaia, gli scienziati avevano scoperto che la Via Lattea aveva divorato un’altra piccola galassia, Gaia-Enceladus, sempre della taglia della nana del Sagittario. Il futuro ci prepara però uno scenario ancora più clamoroso. «Vicino a noi — prosegue l’astronomo bolognese dell’Inaf — ci sono le nubi di Magellano, a 160 e 190 mila anni luce, e anche in quel caso la più estesa farà fuori la minore. Poi arriverà la Via Lattea che ingloberà tutto. Dopo di che lo spettacolo si farà ancora più straordinario, perché toccherà alla vicina galassia di Andromeda, le cui sorti appaiono segnate».
Andromeda è una galassia a spirale analoga alla nostra per dimensioni: da lei ci separano 2,9 milioni di anni luce. La sua presenza ha acceso soprattutto la fantasia dell’astronomo britannico e grande autore di fantascienza Fred Hoyle che nel 1962 scrisse A come Andromeda, immaginando la ricezione di un messaggio intelligente lanciato proprio dall’omonima galassia. La Bbc realizzò uno sceneggiato a puntate molto popolare, tanto che anche la Rai lo trasmise agli inizi degli anni Settanta.
Via Lattea e Andromeda si stanno avvicinando alla velocità di circa 300 chilometri al secondo. «Lo scenario che ci aspetta — spiega Michele Bellazzini — è una sorta di balletto cosmico. Prima si avvicineranno deformandosi reciprocamente sotto l’effetto delle forze di marea e ognuna inizierà a mangiare un po’ dell’altra. Poi si allontaneranno per tornare a scontrarsi di nuovo, ripetendo la danza fino a che non saranno fuse completamente insieme».
Tutto succederà fra tre miliardi di anni e l’immaginazione ci porta a dipingere una catastrofe che invece non si verificherà. «In realtà — conclude l’astronomo — le due galassie si attraverseranno come fantasmi e, divorandosi a vicenda, ritroveranno alla fine l’equilibrio in una gigantesca galassia ellittica. Dall’interazione dei gas nasceranno nuovi astri. Non si verificheranno, dunque, distruttivi scontri stellari perché gli immensi spazi vuoti non lo permetteranno. E quindi il nostro sistema solare non ne risentirà». Comunque, quando accadrà, il Sole sarà già in una fase distruttiva e, gonfiandosi per diventare una gigante rossa, spazzerà lontano la Terra, distruggendo anch’essa.