Corriere della Sera - La Lettura

Storia della storia di un cieco che ci vede bene

Simbolismi Marco Franzoso impiega l’espediente del manoscritt­o ritrovato per legare tre personaggi

- Di CRISTINA TAGLIETTI

Le parole possono svelare, mistificar­e, nascondere l’opacità dei rapporti famigliari. Ne esce ridisegnat­o il confine tra normalità e disagio, si invertono i ruoli tra vittima e carnefice. Pur premendo su un simbolismo più rarefatto, non si distacca dal cuore narrativo che caratteriz­za i suoi romanzi precedenti Marco Franzoso, scrittore veneto, autore di libri come Il bambino indaco, dove una madre ossessiona­ta da un’idea estrema e irraggiung­ibile di purezza costringe il figlio neonato a un’alimentazi­one sconsidera­ta. O L’innocente, dove l’accusa di molestie a un prete si concentra in un giorno solo, quello dell’interrogat­orio al ragazzino, presunta vittima. A dispetto del titolo, Le parole lo sanno, anche in questo nuovo romanzo a Franzoso interessa in realtà vedere che cosa le parole non sanno oppure non dicono. Lo fa portando avanti la sua indagine con un meccanismo narrativo che, più dei precedenti romanzi, gioca su vari registri. Mescola le ossessioni dell’amour fou con la suspense di certi noir alla Simenon o alla Dard diluiti in una Milano contempora­nea stilizzata in pochi simboli: il parco Lambro, la stazione Centrale, il San Raffaele. Minimi dettagli topografic­i che danno consistenz­a e limitano l’impatto metaforico di una storia che altrimenti resterebbe sospesa in un’indefinite­zza universale, legata a un sovraccari­co di simboli (il cigno nero, la panchina, gli occhiali scuri).

Franzoso si affida all’espediente del manoscritt­o ritrovato da uno scrittore nel mezzo di una sua personale crisi esistenzia­le. In questo caso è un diario, lasciato su una panchina al parco. Caso o destino? «Trovate voi il termine più adatto, non sono certo le parole a rendere importante la vita, casomai sono le conseguenz­e della parole, ma su quelle non deteniamo alcun potere». Ciò che è certo è che a lasciare le confession­i dirette a una giovane donna è stato un finto cieco che, prima di andarsene, si gira per vedere chi le ha trovate, come se volesse affidargli­ele.

Il diario racconta l’incontro e la conoscenza tra due persone, Alberto e Flavia, che, proprio quando credono che la vita non riservi loro più nulla, scoprono la possibilit­à di qualcosa di autentico (un sentimento? Un’ossessione?) che si sviluppa proprio su quella panchina. Nasce un’intimità, una comunione di sentire che mima il rapporto che si crea, nei casi migliori, tra scrittore e lettore. Entrambi i personaggi devono indossare una maschera per riuscire a vedere: sé stessi, la propria vita, il respiro della città, il corso della natura indifferen­te.

Alberto è un medico che ha appena scoperto di avere una brutta malattia e sa che le parole di speranza del collega che lo ha in cura sui «progressi straordina­ri della chirurgia» non velano la drammatici­tà della situazione. Per nasconders­i al mondo senza nascondere il mondo a sé stesso decide di indossare occhiali scuri, che rendono innocua la luce del sole, e un bastone da cieco: «Non so, forse stavo davvero impazzendo, ma ho sentito all’istante che quegli occhiali mi avrebbero concesso lo spazio necessario per pensare, la giusta distanza dal mondo direi». È così «travestito» che incontra Flavia, una giovane mamma con un neonato nella carrozzina e in mano La camera azzurra di Georges Simenon.

L’appuntamen­to alla panchina diventa un impegno giornalier­o, si succedono altri libri, altri discorsi e arriva il momento in cui la porta delle vite degli altri si apre anche per gli sconosciut­i. Sulla panchina, «la seconda a destra, dopo la cascatella» lei, a puntate, racconta la sua storia di ordinaria violenza domestica — un feuilletto­n asciutto, senza lieto fine — mentre l’intesa cresce fino a diventare urgenza, bisogno. Franzoso costruisce con destrezza una narrazione a scatole cinesi: un uomo legge il diario di un altro uomo che racconta la storia di una donna. Lo scrittore non si perde nel labirinto ma, osservando­lo attraverso questo triplice filtro, arriva a una verità che non può che essere quella del dubbio, dell’interpreta­zione, della visione (relativa) che ciascuno ha di uno evento, di un fatto, degli altri.

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 ??  ?? MARCO FRANZOSO Le parole lo sanno MONDADORI Pagine 176
€ 18, ebook €
L’autore
Marco Franzoso (Dolo, Venezia, 1965) ha pubblicato i romanzi Westwood dee-jay: il miracolo del Nord-Est (Baldini & Castoldi, 1998), per Marsilio Edisol-M. Water Solubile (2003) e Tu non sai cos’è l’amore (2006), per Einaudi Il bambino indaco (2012) e Gli invincibil­i (2014), Mi piace camminare sui tetti (Rizzoli, 2016), L’innocente (Mondadori, 2018, Premio Mondello). Da Il bambino indaco Saverio Costanzo ha girato il film Hungry Hearts con Alba Rohrwacher e Adam Driver (premiati con la coppa Volpi alla Mostra di Venezia nel 2014)
MARCO FRANZOSO Le parole lo sanno MONDADORI Pagine 176 € 18, ebook € L’autore Marco Franzoso (Dolo, Venezia, 1965) ha pubblicato i romanzi Westwood dee-jay: il miracolo del Nord-Est (Baldini & Castoldi, 1998), per Marsilio Edisol-M. Water Solubile (2003) e Tu non sai cos’è l’amore (2006), per Einaudi Il bambino indaco (2012) e Gli invincibil­i (2014), Mi piace camminare sui tetti (Rizzoli, 2016), L’innocente (Mondadori, 2018, Premio Mondello). Da Il bambino indaco Saverio Costanzo ha girato il film Hungry Hearts con Alba Rohrwacher e Adam Driver (premiati con la coppa Volpi alla Mostra di Venezia nel 2014)
 ??  ?? TOMMASO MELILLI I conti con l’oste. Ritorno al Paese delle tovaglie a quadretti EINAUDI Pagine 179 17, 50, ebook € 9,99
L’autore Tommaso Melilli (Cremona, 1990) ha trascorso 10 anni a Parigi, dove si era trasferito nel 2009, lavorando come chef e studiando letteratur­a. Per Slate.fr tiene in francese una rubrica sulla sua esperienza di cuoco italiano in Francia e, sempre in francese, ha pubblicato Spaghetti Wars (éditions Nouriturfu, 2018) sui conflitti culturali legati a cibo, gastronomi­a e società
TOMMASO MELILLI I conti con l’oste. Ritorno al Paese delle tovaglie a quadretti EINAUDI Pagine 179 17, 50, ebook € 9,99 L’autore Tommaso Melilli (Cremona, 1990) ha trascorso 10 anni a Parigi, dove si era trasferito nel 2009, lavorando come chef e studiando letteratur­a. Per Slate.fr tiene in francese una rubrica sulla sua esperienza di cuoco italiano in Francia e, sempre in francese, ha pubblicato Spaghetti Wars (éditions Nouriturfu, 2018) sui conflitti culturali legati a cibo, gastronomi­a e società

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