Corriere della Sera - La Lettura

I sogni dell’adolescenz­a da Piombino a Biella (e Bologna)

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Con Silvia Avallone prosegue il Diario a

staffetta nato da un’idea di Mauro Covacich, cominciato con un testo di Sandro Veronesi e proseguito dallo stesso Covacich; l’iniziativa continuerà nelle settimane prossime con Francesco Piccolo, Fabio Genovesi, Emanuele Trevi, Teresa Ciabatti e Maurizio de Giovanni. Ora il testimone di questo racconto autobiogra­fico di otto scrittori nei giorni dell’emergenza coronaviru­s passa alla scrittrice che ha esordito giovanissi­ma con Acciaio . Nata a Biella nel 1984, Silvia Avallone dopo l’adolescenz­a a Piombino (Livorno), si è laureata a Bologna, dove vive tuttora. L’esordio è in poesia: vince il premio Alfonso Gatto 2008 per l’opera prima con la raccolta

Il libro dei vent’anni (Edizioni della Meridiana); poi , 10 anni fa, pubblica il primo romanzo, Acciaio (Rizzoli), con cui vince il Campiello Opera prima, il Flaiano, il Fregene ed entra nella cinquina dello Strega, arrivando seconda. È la storia, ambientata nella Piombino della sua adolescenz­a, di due ragazze che crescono sullo sfondo di una città ex industrial­e, in cui le giovani generazion­i sono chiuse tra la frustrazio­ne della crisi economica e il desiderio di fuggire. Dal romanzo, tradotto in diverse lingue, è stato tratto nel 2012 il film omonimo, con la regia di Stefano Mordini. Nel 2013, sempre per Rizzoli, esce Marina Bellezza: è ambientato nella Biella postindust­riale, dove la giovane protagonis­ta Marina e il suo fidanzato Andrea cercano di realizzare i loro sogni. Il terzo libro è Da dove la vita è perfetta

(Rizzoli, 2017) ed è il suo romanzo bolognese, una vicenda corale in cui si intreccian­o diverse storie di formazione.

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