Corriere della Sera - La Lettura
LA MUSICA SILENZIOSA DEL MONDO CHIUSO
ADolanji, India del Nord, il vociare delle preghiere dei monaci tibetani Bonpö, ora arriva alle finestre della valle. Il silenzio del centro di Hong Kong è rotto dal canto degli uccelli; a Sydney si sente ronzare una zanzara. E se a Mantova qualcuno ha registrato il «rumore» che fa il tramonto, quello dell’alba lo si può ascoltare a Varsavia. Sono alcuni dei suoni del mondo in quarantena che si possono ascoltare su citiesandmemory.com, nel progetto #StayHome Sounds, ideato dall’artista del suono Stuart Fowkes.
Una mappa geolocalizzata riporta le registrazioni inviate dal lockdown a causa del Covid-19 (si contano 70 Paesi; ogni audio è contestualizzato da chi lo ha inviato) per testimoniare, dal punto di vista sonoro, questo momento unico che stiamo vivendo. #StayHome Sounds fa parte del più ampio progetto di Fowkes, nato cinque anni fa come Cities and Memory, che raccoglie i suoni delle città (circa tremila da 90 Paesi), creando tracce che uniscono i rumori originali alla sound art. #StayHome Sounds raccoglie anche i suoni nati dal distanziamento sociale — come la voce di una finlandese che si registra mentre legge Roald Dahl per i nipoti distanti, o il canto senegalese contro il coronavirus — e i «nuovi» suoni del lockdown.
Per esempio: i megafoni della polizia municipale che invita a restare a casa a Milano e Rio; gli applausi per gli operatori sanitari a Madrid e Parigi (a San Paolo sui balconi si sentono le proteste contro Bolsonaro). Spettrale è il silenzio a Time Square (sopra, Afp) e alla Grand Central Station di New York: qui nemmeno la voce della natura riesce ad arrivare. (jessica chia)