Corriere della Sera - La Lettura
Gassman in Antartide sulla nave di Shackleton
Antropologia sentimentale Francesca d’Aloja racconta figure conosciute personalmente, soltanto sfiorate o inseguite lungo il Novecento. Tutte accomunate da eccezionalità e sconfitte. Così affiorano vicinanze impensabili e vertiginose
Corpi leggendari, come meteore di passaggio sulla Terra, ma rimasti tra noi. Ma anche corpi lievi e silenziosi, riverbero nel ricordo di pochi. Corpi speciali (La nave di Teseo) dell’attrice, scrittrice e regista Francesca d’Aloja, è una galleria di vite raccolte in un testo che le cuce insieme perché in qualche modo si sono incrociate con l’esperienza personale dell’autrice.
I volti, le imprese di uomini e donne narrati attraverso gli occhi di d’Aloja — che li hanno attraversati da vicino o osservati da lontano — sono il ricordo di un incontro fortuito, una conoscenza familiare, scaglie di passato impigliate nella sua memoria. O leggende scoperte per caso, custodite come insegnamenti; perché questi non sono solo ritratti di talenti, ma storie di vitali insuccessi.
I 15 capitoli dedicati a ogni personaggio speciale (ma a volte un capitolo può nascondere più di un nome) di questa singolare raccolta, hanno poco a che fare gli uni con gli altri: esploratori e rockstar; scrittori e toreri, registi e Giusti tra le nazioni.
C’è il Lama Bianco, Theos Bernard (1908-1947), il primo esploratore occidentale a ricevere gli ordini in un monastero tibetano. C’è Catherine Camus, figlia del Nobel Albert, che ci fa entrare nella casa di suo padre a Lourmarin, in Provenza, dove lo scrittore fu sepolto nel 1960 dopo l’incidente stradale che lo uccise. E come un nastro viene riavvolta la vita iperbolica della ginnasta romena Nadia Comaneci: era il 18 luglio 1976 e il mondo la ricorda alle Olimpiadi di Montréal quando raggiunse la perfezione alle parallele asimmetriche con un voto che per il tabellone non era nemmeno programmato: «10». Inizia lì la vita di una ragazzina a cui fu strappata l’infanzia, prima simbolo di «una vincente Repubblica Socialista (...), esibita, acclamata, impugnata dal Regime» di Nicolae Ceausescu, poi vittima — nel 1989 — del suo stesso popolo. La storia di un corpo attraverso cui «la fragilità apparente può nascondere una forza sovraumana».
Sempre seguendo il personale ricordo dell’autrice andiamo in giro per Roma con Ray Charles (1930-2004), mostrandogli con le parole la città che non può vedere con i suoi occhi. Ci facciamo contagiare dalla «febbre taurina» del legg e n d a r i o « t o r e r o met a f i s i c o » J o s é Tomás, uomo che consegna il suo corpo, come un simulacro, al pubblico eccitato. E ci emozioniamo per il modo in cui Edith Bruck, scrittrice e poetessa sopravvissuta ad Auschwitz, si prende cura del marito malato, il regista e poeta Nelo Risi, scomparso nel 2015 (al regista Dino Risi, 1916-2008, allora suocero della scrittrice, spetta invece un’intimista capitolo a parte).
Impariamo la bellezza di ascoltare una mente che è un dono, quella di Franca Valeri, «instancabile, leggera, prensile, capace di afferrare le sfumature dell’animo umano in maniera folle e dunque assolutamente saggia». E ci ferisce la storia di Lucia Anna Joyce, la figlia del celebre scrittore irlandese James, una giovane brillante internata per i tre quarti della sua esistenza per quel «fuoco nel cervello» (come lo definì il padre) con cui convisse in totale solitudine fino alla morte, nel 1982.
Senza rendersene conto il lettore si ritrova a indagare anche il profilo, che emerge in controluce, dell’autrice: le debolezze, i desideri, le passioni. Francesca d’Aloja appare al lettore come ultimo
corpo speciale, nella trasparenza della vita degli altri. È in particolare in un racconto che affiorano le sue fragilità. «A quattordici anni persi mio padre. Il giorno della sua morte mi chiusi in bagno. E lì, davanti allo specchio mi guardavo piangere. Osservavo curioso l’espressione del mio dolore...»: non è Francesca a parlare, ma Vittorio Gassman (19222000).
Eppure quella cosa che il grande maestro sta raccontando in radio — il momento della sua vita in cui capisce che vuole fare l’attore — ha profondamente a che fare con lei. Con Vittorio, d’Aloja ha un rapporto affettuoso e contrastante, intimo e di rispetto (da ragazza ha una relazione con il figlio Alessandro, così le loro vite si incrociano). Anche lei perde il padre a 15 anni, e Gassman diventa la proiezione di quella figura che le è venuta a mancare: «Tutto ciò che faccio, cerco, desidero, serve a colmare quel vuoto, oggi non sarei la persona che sono se non mi avesse lasciata». Francesca cerca un padre, ma trova anche una guida e un maestro. E Vittorio si lascia amare da lei come da una figlia.
Corpi speciali non raccoglie solo biografie, ma «persone dai destini fortunati o infausti, persone che hanno sfidato la sorte, c’è chi ha vinto e chi ha perso». Perché è nelle imprese e nelle cadute di ognuno di loro che si nasconde la poesia. Non a caso l’esploratore britannico Ernest Shackleton (1874-1922) è l’ultimo corpo di questa raccolta: ricordato per la sua fallimentare spedizione antartica con la nave Endurance, nel 1914, la sua è una delle più grandi storie di sconfitta e coraggio. E di resistenza che, in questi giorni più che mai, ha ancora tanto da dirci.