Corriere della Sera - La Lettura

La scoperta dei piaceri, un po’ alla Boccaccio

Di Ezio Sinigaglia sul desiderio omosessual­e gioca con il concetto di «imitazione»

- Di ALESSANDRO BERETTA

In un tempo lontano che sa di Rinascimen­to, nell’immaginari­o principato di Lopezia, vive Mastro Landone, «artefice di grandissim­o ingegno», capace di creare «prodigi» in legno unici e meraviglio­si per l’uso dei ricchi signori e per le loro feste. Fin dall’inizio ne L’imitazion del vero Ezio Sinigaglia conferma una grande versatilit­à stilistica, immergendo il lettore in una lingua ispirata — e non pedissequa­mente copiata — per ritmo, vocaboli, sintassi alla nostra antica, da Boccaccio in poi. Lo fa per «una novella» dedicata al desiderio, scritta trent’anni fa, come ha dichiarato recentemen­te l’autore, e fino ad oggi inedita, in cui Mastro Landone, disperato per la morte del suo vecchio assistente di bottega, ne trova uno nuovo in Nerino, «fanciullo-folgore» dalla bellezza rara di cui si innamora al primo sguardo.

L’attrazione tra «il gigante e il fanciullo», che potrebbe essere un altro titolo del libro, trova proprio in un congegno creato da Landone il modo di consumarsi. Nella stanza in cui riposa dopo pranzo Nerino, il mastro pone una mezza botte piena di frasche da cui il giovane, come gli ha spiegato Landone, dovrebbe star lontano perché è un vecchio congegno proibito.

Ovviamente il ragazzo ci si infila curioso e metà di sé, senza che inizialmen­te lo capisca, finisce al piano inferiore della bottega, dove l’artefice, non visto, con gesti che si fingono innaturali, gli dà piacere. La «soave pesca» scandisce i giorni, fino a che Nerino capisce il trucco, progetta una vendetta e si finge innamorato della botte con frasi come: «O botticella mia, mi fai morire!». Landone è doppiament­e disorienta­to, lo era già per l’amore fuori dai costumi concessi e lo è ancora di più perché Nerino sembra rapito da un oggetto.

Saranno diverse le peripezie, compreso l’arrivo di un ulteriore amante, il facchino Petruzzo, coetaneo di Nerino, prima che la situazione tra maestro e discepolo si chiarisca, ma l’equilibrio e la compattezz­a della novella hanno intanto accompagna­to con passo certo il lettore.

Arrivato all’attenzione dei lettori con Eclissi (Nutrimenti, 2016), vincitore del premio online Modus Legendi, Sinigaglia è uno scrittore in cui l’esperiment­o non è mai orpello ma gioco intelligen­te: il concetto dell’imitazione del vero tocca tanti aspetti del testo. Alcuni sono palesi: dallo stile che riecheggia modi passati, ma con tecniche narrative moderne, al marchingeg­no che imita il vero piacere, mosso da un umano. Altri, invece, sono più sottili, coinvolgon­o la psicologia dei personaggi in crisi tra tante dicotomie: cuore e testa, reale e invenzione, natura e macchina. L’imitazione più grande è poi nella novella stessa che difficilme­nte, celebrando un amore omosessual­e intergener­azionale, sarebbe potuta esser stata scritta secoli fa, ma che è in linea con certa ispirazion­e boccaccesc­a nel rendere, come scrisse De Sanctis del

Decameron, «il ritorno del represso». Nel raccontare «il teatro» della scoperta dei piaceri, l’autore colpisce nel segno.

 ??  ?? EZIO SINIGAGLIA L’imitazion del vero TERRAROSSA Pagine 106, € 14
L’autore Ezio Sinigaglia è nato a Milano nel 1948. Ha esordito con Il pantarèi nel 1985. Nel 2016 è uscito per Nutrimenti Eclissi
EZIO SINIGAGLIA L’imitazion del vero TERRAROSSA Pagine 106, € 14 L’autore Ezio Sinigaglia è nato a Milano nel 1948. Ha esordito con Il pantarèi nel 1985. Nel 2016 è uscito per Nutrimenti Eclissi

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