Corriere della Sera - La Lettura
UNA CITTÀ PER UN CITTADINO
Un’ombra solitaria, una città che prende forma ma non vita, abitata da una sola persona: così si apre il video (vimeo. com/394015939) in cui viene ripercorsa l’esperienza del 29 settembre scorso alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino ( fsrr.org) a conclusione di Monowe, mostra di Ludovica Carbotta.
Monowe (la suggestione viene da mónos, «uno solo» in greco, e we, «noi» in inglese) è il nome della città che l’artista (1982) ha iniziato a progettare 4 anni fa facendone un insediamento con un unico cittadino. «Il cittadino di Monowe è imputato del reato di segregazione per avere, in esecuzione del medesimo disegno criminoso, posto in essere condotte di isolamento»: con quest’imputazione si apre il processo paradossale che l’attore Lucio Viglierchio impone a sé stesso, interpretando contemporaneamente i ruoli di imputato, giudice, avvocato, pubblico ministero, testimone. Un cittadino unico che non è più parte di una collettività ma è un individuo isolato perché — sottolinea l’avvocato penalista Rosa Alba Mollo che ha collaborato alla performance — «la solitudine in un attimo può trasformarsi da isolamento come situazione creativa di riflessione a segregazione in cui si finisce per autodistruggersi».