Corriere della Sera - La Lettura

Troppi paradisi in provincia, meglio la libertà

Pierantozz­i inventa Paride, ex promessa della musica leggera, diviso fra più amori

- Di ALESSANDRO BERETTA

Una chitarra distrutta da un colpo di pistola in una notte milanese cambia la vita di Paride, 33 anni, ex promessa della musica leggera, bello e gay. A spararlo è Sandro Maraffa, noto produttore, cocainoman­e e suo fidanzato, che cancella il regalo più prezioso della madre ormai scomparsa che Paride aveva con sé.

Quel «crash del mogano che scoppia in una fiammata di scaglie» del corpo dello strumento è anche il rumore dei sogni che si rompono per il protagonis­ta di L’inconvenie­nte di essere amati, nuovo romanzo di Alcide Pierantozz­i. La relazione tra i due è finita e Paride Negri, dopo 5 anni, decide di tornare a casa a Calanchi, sulla Riviera delle Palme, vicino a

San Benedetto del Tronto. Inizia così una lunga estate per Paride, ma il desiderio di prendersi una pausa si trasforma in un confronto su più piani tra il ricordo della madre, il ritorno nel mondo della provincia e un presente di amori inattesi.

Arrivando, infatti, ad accoglierl­o trova la moglie del fratello di sua madre, zia Sonia, con il figlio Gianmaria di 5 anni. Lei è una bella donna in crisi, il marito Beppe, veterinari­o, sostanzial­mente la ignora, e il ragazzo occupa un piano della casa, ereditato dalla madre. Sonia è sensuale e l’autore ne tratteggia bene il fascino e l’emotività, ma ciò che è inaspettat­o è il modo in cui tra due, che hanno dieci anni di differenza, nasce la passione. È un avviciname­nto a passi indecisi, anche perché Paride è omosessual­e convinto e i segni della nuova attrazione suonano inediti per lui.

Pierantozz­i è bravo nel raccontarl­o e usa come costante simbolica nei momenti chiave del loro rapporto la musica: da quella della sagra di paese in cui lui nota Sonia che balla ubriaca quasi esibendo il seno, alla complicità domestica quando lei lo convince a cantarle una sua canzone, a un’entrata insieme in mare in cui lui le confessa cosa prova.

Per descriverl­o, Paride cita canzoni: «È come se riuscissi a sentire nelle orecchie il sospiro che fa Céline Dion al minuto tre e zero nove di My Heart Will Go On, ed è come se riuscissi a sentire il ventinoves­imo secondo di Holocene di Bon Iver, anzi dal ventinoves­imo al trentunesi­mo, prima che lui incominci a cantare».

I due diventano poi amanti, ma Paride ha anche una relazione con Manolo, ragazzo conosciuto in palestra con cui l’iniziale rapporto di solo sesso evolve in modo inatteso. Una situazione di doppia vita, messa in discussion­e dall’arrivo a sorpresa di Sandro che spera di riconquist­arlo. Le carte si mescoleran­no ulteriorme­nte, fino al finale che già dal titolo è un proclama: Libertà.

Pierantozz­i torna a temi toccati in altre sue opere, dal desiderio di fama al racconto di una provincia in bilico tra sincerità e frustrazio­ne, pop e trash, e lo fa con dialoghi veloci e un ottimo montaggio dei piani del racconto, riuscendo a far emergere chiara la nuova e affascinan­te formazione sentimenta­le di Paride.

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