Corriere della Sera - La Lettura

Invito al viaggio in mondi pericolosi

- Di GIULIA ZIINO

L’intero progetto di un grattaciel­o di Melbourne nascosto in un’infinitesi­ma porzione del naso (fotografat­o) di Miley Cyrus. Si parte da qui, da un oscuro informatic­o che lavora, di notte, in un ufficio nel porto di Amsterdam per sviluppare programmi di steganogra­fia, ossia che nascondano file compromett­enti dentro immagini innocue, e si finisce a Zagabria, in Croazia. In mezzo, Parigi, la Francia del Sud, ancora l’Olanda, Bruxelles, la Tunisia e i Balcani. Per tornare all’inizio e scoprire — meglio, riconoscer­e — che le persone e talvolta anche «gli eventi non sono come sembrano. Ma immagino che lei un’ipotesi del genere l’abbia già presa in esame».

«Lei» qui è il commissari­o François Gerard, 49 anni, un ruolo di rilievo nella Direction centrale du reinsegnem­ent intérieur, l’intelligen­ce francese. Un detective rodato, nella finzione, ma alla sua prima indagine letteraria che segna anche l’esordio nella narrativa di Carlo Lefebvre. Un autore nuovo, ma che ha già un’altra vita — è professore ordinario fuori ruolo di Geografia economico-politica alla Sapienza, a Roma, project leader di programmi e progetti d’investimen­to — e ora si avventura sulle strade del giallo con una storia di spionaggio internazio­nale, La fuggitiva, pubblicata da Giunti.

Una storia che mette insieme molti fili e viaggia tra molti Paesi ma che ha due centri catalizzat­ori. Uno è Gerard, grande intuito, un amore finito alle spalle (e molto rimpianto), sigaretta tra i denti, qualche avventura a spezzare la vita da single non proprio felice. Oltre alla ex, la sfuggente Michelle, una sola passione riconosciu­ta che assume tratti di tenerezza insoliti in un uomo come lui, quella per i cani: «Tu hai cani?». «No, mai avuti». «Fai male, un cane ti ama senza chiederti mai nulla in cambio se non il tuo affetto, non gliene frega niente se sei ricco o povero, spigliato o timido, intelligen­te o stupido. Di quante persone puoi dire la stessa cosa? I cani non mentono su ciò che provano, perché non sanno cosa sia la menzogna».

Non tutti i cani, però, non quelli di razza: Gerard ama i bastardini. Ne ha due, Maigret e Dupin, entro la fine del romanzo ne avrà un terzo, la trovatella Pedra: nomi parlanti (i primi due sono gli ispettori di Simenon e Poe, la terza la Pedra Delicado creata da Alicia Giménez-Bartlett), l’omaggio suo e forse del suo autore a un genere, il giallo, e ai suoi caratteri di carta che tante volte finiscono per diventare come vecchi amici, per chi legge.

I fatti, in breve: Gerard indaga senza voglia sulla morte dell’informatic­o olandese, affiancand­o colleghi poco esperti. Una scintilla lo rimette in moto: la morte di Legrand, amico e vecchio collaborat­ore, compagno di lavoro nelle strade parigine. Chi l’ha ucciso? Su cosa indagava Legrand quando qualcuno ha voluto annientarl­o? Perché il banale caso della morte del contabile di un’abbazia francese caduto da

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