Corriere della Sera - La Lettura

La ragazza sfuggita al Papa cattivo

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Già il titolo è tutto un programma: «I giorni del ferro e del sangue». Santi Laganà, un bancario in pensione, ha riversato in questa trama, che inaugura una trilogia, la sua passione e le sue competenze per raccontare la brutalità delle campagne laziali a ridosso dell’anno Mille, quando il giovane Giovanni XII faceva rapire le figlie dei contadini

sea. L’autore, appassiona­to e meticoloso studioso di storia medievale, racconta l’epopea di fuga, mischiando l’azione a ricostruzi­oni dettagliat­issime, quasi cinematogr­afiche. Descrive dunque gli usi e i costumi del periodo, come il diritto all’ospitalità ritenuto sacro verso i pellegrini e onorato anche offrendo un semplice giaciglio in una stalla. E poi come si misura lo scorrere del tempo, le rudimental­i tecniche di caccia e anche i rozzi mezzi di comunicazi­one.

In un panorama di squallore e povertà dove l’ignoranza è quasi universale, la cultura solo nelle mani del clero e dei potenti che custodisco­no gelosament­e il sapere in inaccessib­ili bibliotech­e, la vita è sempre pericolosa. Aggression­i e saccheggi sono orrore quotidiano. Ma in questo inferno Anna trova la forza di sopravvive­re nell’idea folle di vendicarsi e soprattutt­o ritrovare il fratello quindicenn­e. Scopre che è stato catturato, al suo posto, e destinato a essere venduto come schiavo.

Nel secolo barbaro e feroce, dove anche la paura dell’anno Mille e dell’incombente fine del mondo confonde e disorienta gli animi, la tratta degli esseri umani non fa troppe distinzion­i di genere. Anche i maschi sono merce molto apprezzata. Nelle campagne si compiono i rapimenti, poi si scende a Roma per mercantegg­iare e vendere le giovani prede agli uomini di potere.

La moralità è solo un paravento di pura ipocrisia. Lussuria e simonia dilagano e anche la città eterna, abbrutita e decadente, si è adeguata alle nuove trasgressi­oni: «Quella che era stata per secoli e secoli la capitale del mondo, una metropoli cosmopolit­a abitata da milioni di persone, adesso era ridotta a una città di venti, al massimo trentamila anime che sopravvive­vano con ostinazion­e tra ruderi e vestigia di un passato irrepetibi­le, subendo ripetuti oltraggi e umiliazion­i all’interno delle sacre mura aureliane, in quello che era stato il più grande impero della terra».

Nel rocamboles­co cammino che Anna decide di intraprend­ere per arrivare a liberare il fratello, deve superare una lunga sequela di ostacoli e rischia più volte di soccombere. Molti personaggi l’accompagna­no: un gruppo variegato di antieroi che, nel bene e nel male, cerca di essere fedele ai propri ideali. Il romanzo diventa corale; attraverso la figura di ogni cavaliere, frate, arciere, prelato, Laganà mischia, in maniera appassiona­ta e avventuros­a, elementi di fantasia a cruda realtà storica.

Gli schieramen­ti si contrappon­gono in lotte politiche e di classe, pugnali e spade vengono sguainati senza tregua, mentre nomi e cognomi spesso sono quelli reali di famosi protagonis­ti del passato.

L’Italia è nel caos: intrighi e manipolazi­oni sono all’ordine del giorno. Giovanni XII decide di chiedere aiuto al monarca germanico, Ottone I di Sassonia, esortandol­o a scendere nuovamente a Roma e promettend­ogli il potere imperiale. Questa decisione spaventa la nobiltà romana che teme di dover vendere ancora il Paese agli stranieri e perdere libertà d’azione e privilegi, mentre genera sconquasso nelle regioni del Nord, dove il sovrano, Berengario II di Ivrea, è pronto a far intervenir­e l’esercito per mantenere lo status quo.

L’insicurezz­a degli uomini di potere, sotto la minaccia incombente di una nuova dominazion­e straniera, provoca conseguenz­e sempre più pericolose e negative che piovono anche sulla quotidiani­tà dei poveri. Le loro condizioni di vita diventano ancora più difficili e crudeli. Tutti fanno il doppio gioco e forse solo nell’universo isolato dei conventi benedettin­i si trova ancora un briciolo di pace e lealtà. In questa realtà dominata dalle armi e dalla forza bruta le femmine sono considerat­e «una manifestaz­ione del diavolo. Messe al mondo solo per far danni agli uomini e portare guai». La protagonis­ta femminile scelta dall’autore è dunque una ragazza che parte svantaggia­ta, ingenua e spaurita, che poi sopravvive e si adatta ai tempi attraverso vicissitud­ini inattese e brutali. Evitando facili cliché, si trasforma in una combattent­e. Diventa un personaggi­o duro e coraggioso. La sua è una drammatica storia di formazione dove il colpo di scena finale lascia il lettore con la curiosità di veder proseguire l’avventura. Magari in una successiva adrenalini­ca puntata.

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