Corriere della Sera - La Lettura

L’essenza di Vitali è il sublime Flaiano

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All’inizio della sua prodigiosa carriera di narratore (quasi quaranta libri, ultimo questo, al solito delizioso, Un uomo in mutande), per Andrea Vitali si facevano i nomi di Chiara e di Guareschi. Oggi farei il nome di Ennio Flaiano e penso soprattutt­o alla sua frase sublime: «C’è un sacco di gente che vive e lavora a Macerata. (L’essenza di Cechov)». Si comincia con due amanti sorpresi dal ritorno del marito. Il ganzo fugge in mutande dalla finestra (dimentican­dosi il portafogli­o). La miccia è accesa. Dalle vicende extraconiu­gali di Percilla Bisognati moglie di Aneto Massamessi (ambiziosis­simo direttore delle poste di Bellano, parente del generale di corpo d’armata Asclepia Gandolfo — siamo nel 1929), si passa a quelle coniugali dell’appuntato Misfatti, lo Sherlock Holmes di Vitali, mentre il maresciall­o Ernesto Maccadò è (benché calabrese) il suo Maigret. L’appuntato racconta alla moglie il caso di un giovanotto che, da quando quasi annegò nel lago a quindici anni, vede i fantasmi (soprattutt­o una donna che respira e gli sorride sott’acqua). Commento della signora Misfatti al racconto del marito: «Ce ne sono di cose che non sappiamo». Eco di altre e più celebri parole: «Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante tu ne possa sognare nella tua filosofia». Non è più Cechov, ma Amleto. C’è un sacco di gente che viveva e lavorava a Elsinore. L’essenza di Shakespear­e? Accesa la miccia, seguiranno deflagrazi­oni varie con le disavventu­re di Aristidina Zambecchi, levatrice; Valentino Futon, sedicente farmacista e «fancazzist­a maestro di mondanità»; Fusagna Carpignati, sciroccata responsabi­le dei fasci femminili, che perde la testa per ogni uomo che passa (autisti di corriere, impiegati del Piccolo Credito Lecchese, ecc., da lei stalkerati selvaggiam­ente). Bellissima è la dedica del romanzo: «Ad Andrea Camilleri». Da maestro a maestro. Caro Flaiano, c’è anche un sacco di gente che vive e lavora a Bellano. (L’essenza di Vitali). Viva l’Italia.

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Andrea Vitali (Bellano, Lecco, ‘56; foto F. Villa)

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