Corriere della Sera - La Lettura
Singolar tenzone con le Ninfee
57 opere del Musée Marmottan Monet di Parigi dovevano partire per Shanghai ma il Covid ha bloccato tutto. Il Palazzo Ducale si è assicurato comunque uno dei pezzi più prestigiosi: ne è nata una mostra con un solo dipinto, accessibile a 4-5 visitatori alla volta
Un viaggio da Parigi verso l’Oriente, destinazione Shanghai. Attesissimi da anni, corteggiati e infine concessi. Ma per gli Impressionisti il tour finisce prima di iniziare. Gennaio 2020, albori della pandemia: naufraga il progetto della grande mostra che avrebbe portato in Asia 57 capolavori. «In Cina non si entra».
Non tutto è perduto. Deviazione: Bologna prende il posto di Shanghai, sarà l’Italia ad accogliere tesori che per la prima volta dal 1934 il Musée Marmottan Monet concede in blocco. Palazzo degli Albergati è la sede prescelta, 13 marzo-12 luglio la durata dell’esposizione. Monet, Manet, Degas, Renoir, Corot, Caillebotte, Signac: le tele dei maestri giungono in casse blindatissime. Passano nei caveau. E non ne escono più. Perché la pandemia nel frattempo è diventata affare globale e l’Italia chiude confini, regioni e musei: lockdown. I capolavori rimangono in attesa, l’attesa si protrae. Quando i poli culturali si riattivano, a Bologna i conti sono difficili da far quadrare: la riapertura è antieconomica, con ingressi contingentati nei mesi residui la retrospettiva non si sosterrebbe. Resta l’obiettivo di riprogrammare in autunno, ma intanto le tele stanno sotto chiave, imbrigliate anche dallo stop dei corrieri internazionali. Il tempo passa. Finché nella sede del Gruppo Arthemisia, produttore e organizzatore, arriva una telefonata: «Non prendetemi per folle...». Sono i primi di maggio. Serena Bertolucci, alla guida del Palazzo Ducale di Genova, chiede un’opera: «Una sola». «Sapevo che i quadri giacevano nei depositi — racconta ora — e non potevo non tentare».
È nato così, da un finale che sembrava scritto, il progetto che in poco più di un mese ha condotto il portabandiera della «delegazione» francese, Claude Monet, al centro di un evento che fa di necessità virtù e gira a proprio favore i nuovi, rigidi e temutissimi protocolli anti-Covid. Cinque minuti con Monet. A tu per tu con le Ninfee è una mostra-dossier e un inno al distanziamento sociale: fino al 23 agosto negli appartamenti del Doge di Palazzo Ducale un visitatore alla volta, accompagnato da qualche familiare o amico (massimo 4-5 persone), potrà stare faccia a faccia con Ninfee (1916-1919), maestosa tela parte di uno dei cicli pittorici che più hanno cambiato la storia dell’arte moderna e contemporanea. La sosta avviene in solitudine, proprio come a casa. E con la libertà — di nuovo, molto domestica — di scegliere il silenzio, una colonna sonora oppure un audio