Corriere della Sera - La Lettura
I pianti e i baci dei poeti combattenti
Un volume raccoglie i versi di autori vietnamiti sui conflitti vissuti dal loro Paese dagli anni Cinquanta Oltre a epicedi e canti di guerra, oltre alla cenere e alle ossa, sbucano da ogni parte anche fiori e atti d’amore
Leggendo questi componimenti non si può non pensare a come negli Stati Uniti le tante e tante poesie e canzoni (e film) sulla guerra del Vietnam siano state poesie e canzoni di protesta. Contro la guerra, contro le scelte del proprio Paese. Qui ci troviamo esattamente sul rovescio della stessa medaglia. L’intenzione e il tono sono spesso celebrativi, encomiastici, esortativi rispetto a un impegno comune e condiviso. Non bisogna dimenticare, del resto, che in certi casi di tratta di poeti-combattenti che scrivono alla vigilia se non nel pieno di un’azione di guerra.
Eppure, se si dovesse indicare una specie di respiro profondo o di base sonora di queste poesie, non ci si può davvero fermare lì, al loro aspetto più vistoso e tutto sommato prevedibile. Infatti, pur tenendo conto che gli autori sono parecchi (ciascuno presentato con un singolo testo) e che della poesia vietnamita un lettore italiano in genere conosce pochissimo, sembra comunque di riconoscere, o meglio di sentire una musica diversa, che sarebbe allora riuscita a passare anche attraverso le successive fasi di traduzione.