Corriere della Sera - La Lettura
Il teatro in fabbrica: quarant’anni «onlife»
Dro, 1980. In questo paese in provincia di Trento, 5.000 abitanti, il direttore della biblioteca, Dino Sommadossi, propone, oltre al prestito dei libri, progetti culturali. Concerti e teatro di strada che, tra giugno e luglio, vanno a comporre il cartellone di Drodesera Festival, di cui Sommadossi è, con Barbara Boninsegna, direttrice artistica della rassegna, fondatore.
Vent’anni dopo, dalle piazze, dai cortili e dalle strade Drodesera si sposta negli imponenti spazi della centrale idroelettrica di Fies, in parte ancora attiva, trasformata in centro di produzione di alcune tra le più interessanti compagnie di teatro e performing art italiane.
XL doveva essere inizialmente, nel progetto di Boninsegna e dello staff di Fies (Filippo Andreatta, Simone Frangi, Denis Isaia, Alma Söderberg), un modo per celebrare i 40 anni di Drodesera e per ricordare il lavoro ventennale che è stato fatto fin qui. Poi è arrivato Covid-19. Con audacia, nello sconvolgimento che ha terremotato le performing art, Sommadossi e Boninsegna sono riusciti a intravvedere quasi un’opportunità. «Perché — spiega Barbara Boninsegna — non è corretto per questa “casa” che si pensi solo a dieci giorni di festa. Fies vive tutto l’anno della forza e del pensiero di artisti, curatori, comunicatori. Non chiamiamolo più festival. Il tempo che stiamo attraversando impone una nuova modalità di narrazione dei nostri progetti».
Quella di quest’anno, XL, è un’edizione «esplosa»: dal 17 luglio e per ogni weekend fino all’8 agosto in cartellone spettacoli live, mostre, performance «onlife» (cioè fruibili virtualmente grazie al proprio smartphone ma anche fisicamente nel parco di Fies). A comporre Hyperlocal, il «capitolo» dedicato alla programmazione fisica, dal 17 al 19 luglio saranno le compagnie Anagoor e MK e gli open studio dell’artista performativo Goksu Kunak e del duo Giulia Crispiani e Golrokh Nafisi; il weekend successivo ospita il lavoro di Chiara Bersani, Mali Weil, Giorgia Ohanesian Nardin, e il progetto speciale di performance «onlife» Ascoltare Attraverso di Elena Biserna e A n n a R a i mo n d o a c u r a d i C l a u d i a D’Alonzo per INBTWN; dal 31 luglio nuovo appuntamento con Chiara Bersani, e due artisti cari al festival: Jacopo Jenna e A l e s s a n d r o S c i a r r o n i ; n e l l ’ u l t i mo weekend, infine, il nuovo lavoro di CollettivO CineticO con Alessandro Sciarroni, Dialogo terzo: in a landscape; e le nuove produzioni di Marco D’Agostin ( Dear N) e Sotterraneo ( Europeana). «Gli elementi che sin dall’inizio hanno distinto Drodesera da altre rassegne teatrali — ricorda Sommadossi — sono la grande apertura all’esterno, al nuovo, all’innovazione. La disponibilità, grandissima, ad accogliere. Vajont di Marco Paolini, primo esempio di teatro civile, nasce in un cortile di Dro; anni dopo, la danza in strada metterà in relazione le coreografie non con gli spazi teatrali ma con l’ambiente sociale, culturale, architettonico dei luoghi. Il progetto di sostenere in residenza gli artisti, al di là del risultato, è un’intuizione di Barbara. Centrale Fies è un incubatore di creatività che ha dato come risultato due premi Ubu vinti, e oltre 3.000 spettacoli venduti in tutto il mondo. Abbiamo portato il festival dentro la centrale, in disuso dagli anni Sessanta, per avere le risorse per il progetto di rigenerazione. Con Drodesera/Centra