Corriere della Sera - La Lettura
DELITTI DI STALIN TORNA IL TABÙ
Sono due anni che lo storico Yuri A. Dmitriev è rinchiuso in un carcere russo con accuse ritenute del tutto pretestuose dalla comunità internazionale e dalle organizzazioni per la difesa dei diritti umani. Il vero reato di Dmitriev è aver scavato troppo a fondo in uno dei temi più sensibili della memoria della Russia di oggi, i crimini staliniani. E di aver letteralmente scavato troppo a lungo nei boschi della Carelia, la regione della Russia al confine con la Finlandia, contribuendo a scoprire migliaia di corpi sepolti dalla polizia politica. La Russia oggi è infatti un’immensa fossa comune. Centinaia di migliaia di persone furono fucilate dopo processi sommari all’apice del Grande Terrore degli anni Trenta e sepolte senza formalità in luoghi improvvisati. Dopo la caduta dell’Urss gli storici hanno potuto identificare solo una manciata dei siti usati per le esecuzioni: la maggior parte sono completamente dimenticati, sommersi da spesse coltri di neve o resi irriconoscibili dalle foreste che vi sono cresciute sopra.
La memoria del Grande Terrore rimane problematica. Il regime russo non ha alcun interesse ad approfondire il tema, impegnato come è a rivalutare il ruolo di Stalin nella trasformazione della Russia in una potenza mondiale. La responsabilità di un numero non indifferente di cittadini russi nei crimini dello stalinismo rende la questione esplosiva per l’intera società. Dmitriev è stato arrestato la prima volta nel 2016, mentre completava un volume con i nomi di oltre 60 mila vittime di Stalin in Carelia. L’accusa era detenzione di materiale pedopornografico. È stato scagionato nell’aprile del 2018 e arrestato nuovamente in giugno: per lui l’accusa ha appena chiesto 15 anni di detenzione in un carcere di massima sicurezza. Mentre Putin si è appena garantito un quinto mandato presidenziale mettendo direttamente mano alla Costituzione, il monito del poeta Czesław Miłosz conserva in Russia tutta la sua attualità: «Si è riusciti a far capire all’uomo che se vive è solo per grazia dei potenti. Pensi dunque a bere il caffè e a dare la caccia alle farfalle. Chi ama la res publica avrà la mano mozzata».