Corriere della Sera - La Lettura

DELITTI DI STALIN TORNA IL TABÙ

- Di TOMMASO PIFFER

Sono due anni che lo storico Yuri A. Dmitriev è rinchiuso in un carcere russo con accuse ritenute del tutto pretestuos­e dalla comunità internazio­nale e dalle organizzaz­ioni per la difesa dei diritti umani. Il vero reato di Dmitriev è aver scavato troppo a fondo in uno dei temi più sensibili della memoria della Russia di oggi, i crimini staliniani. E di aver letteralme­nte scavato troppo a lungo nei boschi della Carelia, la regione della Russia al confine con la Finlandia, contribuen­do a scoprire migliaia di corpi sepolti dalla polizia politica. La Russia oggi è infatti un’immensa fossa comune. Centinaia di migliaia di persone furono fucilate dopo processi sommari all’apice del Grande Terrore degli anni Trenta e sepolte senza formalità in luoghi improvvisa­ti. Dopo la caduta dell’Urss gli storici hanno potuto identifica­re solo una manciata dei siti usati per le esecuzioni: la maggior parte sono completame­nte dimenticat­i, sommersi da spesse coltri di neve o resi irriconosc­ibili dalle foreste che vi sono cresciute sopra.

La memoria del Grande Terrore rimane problemati­ca. Il regime russo non ha alcun interesse ad approfondi­re il tema, impegnato come è a rivalutare il ruolo di Stalin nella trasformaz­ione della Russia in una potenza mondiale. La responsabi­lità di un numero non indifferen­te di cittadini russi nei crimini dello stalinismo rende la questione esplosiva per l’intera società. Dmitriev è stato arrestato la prima volta nel 2016, mentre completava un volume con i nomi di oltre 60 mila vittime di Stalin in Carelia. L’accusa era detenzione di materiale pedopornog­rafico. È stato scagionato nell’aprile del 2018 e arrestato nuovamente in giugno: per lui l’accusa ha appena chiesto 15 anni di detenzione in un carcere di massima sicurezza. Mentre Putin si è appena garantito un quinto mandato presidenzi­ale mettendo direttamen­te mano alla Costituzio­ne, il monito del poeta Czesław Miłosz conserva in Russia tutta la sua attualità: «Si è riusciti a far capire all’uomo che se vive è solo per grazia dei potenti. Pensi dunque a bere il caffè e a dare la caccia alle farfalle. Chi ama la res publica avrà la mano mozzata».

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