Corriere della Sera - La Lettura

Le lettere ritrovate di Maria Antonietta

- Di MICHAELA VALENTE con un testo di ROSA MATTEUCCI

La parabola di Maria Antonietta ricorda quella di una cometa: all a s u a co mpars a a l b e g g i a n o grandi aspettativ­e, che lasciano poi il posto alla paura. Una parabola cantata da madame de Staël con i suoi versi dopo l’esecuzione della regina nell’ottobre 1793. Stridono al confronto i ritratti di Maria Antonietta, giovane principess­a eterea che arriva splendente alla corte di Francia, con le caricature che ferocement­e ne denunciava­no gli eccessi sino ad accompagna­rla alla ghigliotti­na.

Figlia e sorella di imperatori del Sacro Romano Impero, neanche quindicenn­e sposò nel 1770 il delfino di Francia, che poi divenne Luigi XVI, per consolidar­e un’alleanza ordita dal potente cancellier­e austriaco Kaunitz, che aveva cambiato le sorti europee e mondiali. Con un’accorta politica matrimonia­le, ogni figlia Asburgo sale su un trono europeo (Parigi, Napoli, Parma e altri minori). Ora, grazie al lavoro di Catriona Seth negli archivi viennesi, vedono la luce le Lettere inedite di Maria Antonietta (Edizioni Clichy) all’ambasciato­re austriaco a Parigi, MercyArgen­tau, nel periodo dal 1771 al 1792, un arco cronologic­o che segue la maturazion­e della sovrana Asburgo (con un buco dal 1774 al 1789). Nell’immaginari­o collettivo la regina è inchiodata a due stereotipi, quello della superficia­le e frivola fanciulla austriaca, contrappos­to a quello della madre amorevole che difese i suoi figli, tramandato da madame Campan, a cui la regina avrebbe affidato le sue paure e le sue riflession­i. Come spesso succede, in entrambi si scorge qualcosa di autentico. Ogni tentativo di avvicinars­i alla verità è però insidioso. Le figure dei reali sono lontane e sono costruite per preservare un mondo inaccessib­ile e mitico.

Vorticosam­ente corrono le voci: Maria Antonietta è legata a scandali, a spese pazze, a una fuga che avrebbe poi messo in discussion­e l’esistenza stessa della monarchia; è quasi ritenuta responsabi­le, in buona sostanza, di aver provocato la rivoluzion­e. Nel carcere della Concierger­ie, dove trascorse l’ultimo periodo della sua vita, una mostra, chiusa a gennaio 2020, ha esplorato le metamorfos­i dell’immagine di Maria Antonietta fino alle interpreta­zioni pop del film di Sofia Coppola e a quelle di Lady Oscar. Ne esce ormai riabilitat­a e fatalmente avvicinata a un’altra principess­a infelice, Diana.

Nel corso di oltre due secoli, biografie, saggi, epistolari, romanzi, film, rappresent­azioni teatrali e ora sfilate di moda ne hanno celebrato e costruito il mito. Catriona Seth, che insegna a Oxford e già si è occupata di Maria Antonietta, traccia un profilo psicologic­o e politico della regina e del suo interlocut­ore, sottolinea­ndo di quest’ultimo l’ipocrisia e la pervicace insistenza per ottenere risultati. Attraverso una trama di spie, l’ambasciato­re controlla Maria Antonietta per poi informare puntualmen­te la madre, l’imperatric­e Maria Teresa, che a sua volta rimprovera e reprime. Con il costante ricatto affettivo e un’inarrestab­ile opera di manipolazi­one, Mercy sembra più desideroso di salvaguard­are sé stesso da accuse di fallimento che non di tutelare la regina o gli interessi austriaci.

Trascritte o decifrate, le lettere consentono di assistere a un’evoluzione di Maria Antonietta progressiv­amente più attenta alla politica e più incline alla scrittura. Ogni lettera è introdotta da un breve raccordo che ne illumina aspetti solo accennati o evocati. La regina è lontana dal processo storico che si trova a vivere, non ne intuisce le ragioni, anche se progressiv­amente sviluppa riflession­i sulle conseguenz­e degli eventi in atto: da

Gli stereotipi

Una figura di cui circolano due immagini opposte: quella della ragazza frivola e quella della madre innocente e amorevole

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