Corriere della Sera - La Lettura
Com’è noir il sole in Grecia
Mediterraneo Quello di Lawrence Osborne sembra avere le carte in regola per candidarsi a romanzo dell’estate. Parte con due ragazzine annoiate che nell’isola delle loro vacanze incontrano un profugo siriano e finisce in dramma
L’estate dei fantasmi di Lawrence Osborne è un romanzo di una perfezione disorientante. Aggressivo e carnale, impeccabile e poliedrico. Emana l’insolenza religiosa di Sotto il vulcano di Malcolm Lowry, è scritto con una lingua succosa e impertinente à-laLolita, riesce persino ad avvicinarsi, nelle descrizioni paesaggistiche, alla sensualità gotica del Gesualdo Bufalino di Argo il cieco.
Si impone, insomma, come una scoppiettante combinazione di talenti. È magistralmente costruito, con una storia che a prima vista si muove orizzontale ma poi ci spiazza sgusciando verso altre linee narrative, tingendosi di elementi appartenenti al noir mediterraneo, che catapultano il lettore dentro l’ingegnosa pellicola di Anthony Minghella Il talento di
Mr. Ripley.
«A tratti spuntavano agavi solitarie, gotiche, le cime lacerate dal vento, e tutt’intorno vecchie recinzioni in fil di ferro per gli asini giacevano sui campi come relitti del mare, punteggiati qua e là da letti abbandonati e vecchie porte di case. Sembrava una terra che moriva a rilento e tornava verso la preistoria»: il libro racconta dell’inglese Naomi, giovane avvocatessa irrequieta, la quale trascorre l’estate a Idra, isola greca assolata e dalle ombre luttuose, col padre, Jimmie Codrington, settantenne filantropo, e la viziata matrigna greca Phaine. La madre di Naomi, Helen, è morta di cancro anni addietro e nella figlia sopravvivono le vestigia della madre. Una famiglia dunque infranta nella sua continuità.
Carica di una rabbia funerea e di un entusiasmo addolorato, Naomi peregrina attraverso l’isola finché fa casualmente amicizia con la fragile e furiosa Sam Haldane, ventunenne americana in villeggiatura con i ricchi genitori Jeffrey e Amy.
Con Sam, Naomi intesse un rapporto di complementarità. Scandagliano giorno dopo giorno il territorio, col fare delle ragazzine annoiate ma anche con la maturità precoce e faticosa di chi ha un peso opprimente nel cuore (e di chi è in lotta con gli ideali dei genitori). Ad animare il loro esclusivo rapporto è però l’incontro con un profugo siriano, di nome Faoud, ferito alle mani e ai piedi: «Persino lui che era un errante ora aveva una nuova casa da cui osservare tutto dall’alto, con Dio che lo proteggeva, e l’idea di Dio era stata riesumata a un tratto, con sua sorpresa, dal semplice gesto di una donna sconosciuta che gli aveva regalato un cestino di fragole».
Le due ragazze cominciano così ad assisterlo. L’aiutano a spostarsi presso le zone rurali di Episkopi mentre una baracca contadina fresca e asciutta diviene la temporanea casa di Faoud. Entrambe incuriosite iniziano a trascorrere le giornate in sua compagnia, tra nuotate e brevi pasti in spiaggia. Un ménage à trois incompiuto, giacché solo tra Faoud e Naomi comincia a profilarsi un’energia sessuale di cui Sam si scopre gelosa. Naomi sempre più legata a lui, consuma presto con l’uomo una prima notte d’amore presso un hotel dove ora questi alloggia grazie all’astuzia della ragazza.
Naomi decide di aiutarlo a fuggire dall’isola. Il piano? Un traghetto verso Metochi, poi Atene, infine da Patrasso a Brindisi. Con quali soldi? Organizzando un furto simulato nella villa del padre, un furto indolore. Mentre i genitori dormono narcotizzati da un misto di cicuta e alcol, Faoud indisturbato, con l’aiuto della colf complice Carissa, entra nella grande casa. Ruba le carte di credito, le chiavi della casa romana dei Carrington, una somma cospicua e vari documenti ficcando tutto in uno borsone già pronto. Ma non va tutto per il meglio, Jimmie si sveglia dal sonno alcolico e incappa in Faoud che si trova per paura costretto a uccidere marito e moglie.
È da quest’istante che il romanzo di Osborne cambia passo muovendosi implacabile negli affilati paesaggi del noir mediterraneo. Adesso, Faoud trascina dentro di sé lo spettro dell’omicidio: approdato in Puglia percorre le strade di Brindisi, poi giungendo a Matera con l’idea di arrivare a Roma. Non sarà il solo, però, a convivere e viaggiare con i fantasmi dell’assassinio e del passato, lo faranno anche Sam, Naomi e Carissa tutte e tre in diversi modi, con opposti rimorsi e inaspettate sicurezze. Fino a quando l’arrivo a Idra di un misterioso investigatore, un certo Rockhold, il più grande e solido amico del padre, — «la spada, così l’aveva soprannominato Jimmie» — scuoterà la loro sorte, come se bussasse alle porte la fatale minaccia di una divinità rivelatrice. «Sarebbe andato tutto bene, pensò. Il tempo avrebbe appianato la situazione, come l’erba sulle loro tombe raffazzonate […] Era come se adesso si portasse dietro qualcosa di strano, un marchio che non riusciva a vedere».
Stoccate e colpi di scena, scrittura esemplare, candidano questo libro a romanzo dell’estate, da ricordare però non solo in questa, ma anche nelle stagioni a venire.