Corriere della Sera - La Lettura
Serenata per città e campane
Il percussionista Peter Conradin Zumthor illustra la performance ideata per la rassegna elvetica (14-23 agosto): una passeggiata che, in ossequio al distanziamento anti-Covid, segue i suoni diffusi dai campanili di quattro chiese. «È musica arcaica ed eterna»
Michael Haefliger, sovrintendente del Festival di Lucerna, è sempre stato lungimirante dal punto di vista delle scelte. Chiamò, giusto per fare un esempio entrato nella storia, Claudio Abbado a dirigere l’Orchestra del Festival. Scelse poi Riccardo Chailly per prendere il suo posto, invitò a dirigere in Svizzera, credendoci profondamente e in tempi non sospetti, un allora sconosciuto Teodor Currentzis...
Durante il lockdown il pensiero fisso di Haefliger era — nel caso avesse dovuto cancellare il festival estivo a causa dell’emergenza Covid-19 — quello di trovare comunque un progetto musicale speciale da condividere con il pubblico, senza però che le persone venissero a contatto le une con le altre. «Era aprile — racconta Haefliger a “la Lettura” — e stavo in cucina e ad un certo punto ho sentito le campane e mi sono detto: “Certo, dobbiamo fare qualcosa con il suono dei campanili”». Ora, non solo si realizzerà questo progetto, Luzerner Glocken — con sordino («Campane di Lucerna con sordina»), per il quale Haefliger ha contattato il percussionista svizzero Peter Conradin Zumthor (1979) ma — vista la riapertura dei confini — dal 14 al 23 agosto si farà anche il festival, in forma ridotta e con un titolo benaugurante, Life is Live (La vita è dal vivo). Fra i grandi nomi presenti, la pianista Martha Argerich, il direttore Herbert Blomstedt, il mezzosoprano Cecilia Bartoli e il pianista Igor Levit.
«La Lettura» ha raggiunto telefonicamente Zumthor per farsi raccontare a voce un progetto legato alle campane che il musicista elvetico ha già realizzato altrove (a Berna per esempio), ma assicura che solo con quello con le chiese e i campanili di Lucerna — che verrà eseguito per tre giorni, dal 17 al 19 agosto alle ore 20.30 — è riuscito a raggiungere esattamente ciò che voleva.
«Altrove avevo attenuato il suono delle campane con pelli diverse. Questa volta utilizzo invece della gomma, anche presa dalle automobili. Ne esce qualcosa di più legato al suono vero e proprio che non alla percussione che lo provoca», spiega. Siamo nell’ambito delle risonanze, degli armonici rilasciati dal suono, che vibrano nell’aria a lungo. Non c’è nulla di mistico in questo progetto, anche se è vero che le campane da sem