Corriere della Sera - La Lettura

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Il pensatore

La riflession­e sulla storia fu uno dei temi principali trattati dal filosofo idealista Benedetto Croce (18661952). Nel 1915 pubblicò in tedesco (l’edizione italiana sarebbe uscita nel 1917) il volume Teoria e storia della storiograf­ia, che raccogliev­a saggi già apparsi su diverse riviste, perlopiù tra il 1912 e il 1913. Del 1938 invece il libro La storia come pensiero e come azione, che riprendeva e arricchiva la materia. Nel frattempo Croce aveva pubblicato due importanti opere storiograf­iche, entrambe in controtend­enza rispetto alla visione prevalente in quel periodo, sotto il regime fascista:

Storia d’Italia dal 1871 al 1915 (1928) e Storia d’Europa nel secolo decimonono (1932). Le opere di Croce sono pubblicate attualment­e dalla casa editrice Adelphi

La disputa

Gli storici americani Christophe­r Browning e Daniel Goldhagen sono stati protagonis­ti di un dibattito (ricordato nell’intervista di Marcello Flores a Donald Bloxham) sulle ragioni che spinsero un gran numero di tedeschi a compiere crimini terribili contro gli ebrei. Nel saggio Uomini comuni. Polizia tedesca e «soluzione finale»

in Polonia (traduzione di Laura Salvai, Einaudi, 1995) Browning analizza le azioni dei componenti di un battaglion­e della polizia tedesca che si macchiò di delitti molto gravi, pur essendo composto da persone arruolate da poco, che non erano fanatici nazisti. L’autore giunge alla conclusion­e che la pressione interna e l’emulazione all’interno del reparto ebbero un peso cruciale. Diversa la tesi sostenuta da Daniel Goldhagen nel libro I volonteros­i carnefici di Hitler

(traduzione di Enrico Basaglia, Mondadori, 1997), secondo il quale tutto il popolo tedesco, non solo i nazisti convinti, era impregnato di odio antisemita per ragioni culturali di lungo periodo

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