Corriere della Sera - La Lettura

Il tavolo «preda di guerra» dove si sedette Togliatti

Fu simbolo del potere a Reggio Emilia

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Rappresent­a un bel pezzo di storia di Reggio Emilia il mobile ottagonale di legno chiaro (nella foto) attorno a cui ruota il volume La storia sul tavolo, edito dalla Fondazione Reggio Tricolore, a cura di Lorenzo Capitani, con contributi di Attilio Marchesini, Claudio Franzoni, Massimo Zamboni, più varie testimonia­nze (pagine 147, 15). Il tavolo venne progettato nel 1930 per sancire la ritrovata concordia all’interno della federazion­e fascista. Ma a costruirlo fu una cooperativ­a composta in gran parte di artigiani socialisti e comunisti. Troneggiò a lungo nella sede del Pnf in corso Cairoli, ma nell’aprile 1945 i partigiani reggiani occuparono il palazzo, dove s’installò il Pci. Da allora il tavolo, divenuto «preda di guerra» seguì la sorte del partito egemone in una delle città più rosse d’Italia. Trasferito nel 1954 nella nuova sede di via Toschi, era collocato nella sala della segreteria provincial­e, dove si prendevano le decisioni: vi si sedettero leader come Palmiro Togliatti ed Enrico Berlinguer. Allo scioglimen­to del partito seguirono vicende patrimonia­li travagliat­e. E così il tavolo finì in un magazzino della Caritas e poi sul mercato antiquario, dove fu acquistato dall’imprendito­re Mauro Bassinghi, legato alla storia del Pci: «Non potevo lasciarlo in altre mani», dice a Capitani.

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