Corriere della Sera - La Lettura

Nella corte dei miracoli non ci sono santi

Una varia umanità composta da vinti di ieri e di oggi: è la Milano afosa di Fabrizio Vangelista

- Di MARCO OSTONI

Ha un titolo dagli echi leopardian­i , il romanzo d’esordio di Fabrizio Vangelista, giornalist­a e comunicato­re politico milanese, edito da Morellini con l’efficace copertina di Gabriella Kuruvilla. Ma la festa che si aspetta, e si prepara (e che nell’attesa concentra il suo senso più profondo) nel libro non ha nulla del contesto bucolico, della cornice lirica e del rovello filosofico del Recanatese.

Nelle pagine di La festa del giorno dopo siamo, ben più prosaicame­nte, in un cortile poverissim­o nella periferia degradata della Milano «altra» — ma reale e resiliente al nuovo che avanza — rispetto a quella luccicante e à la page dei grattaciel­i e della movida. Una Milano di difficile integrazio­ne fra vecchi e nuovi «vinti» della storia, in cui la delinquenz­a assolda la sua manovalanz­a e la droga scorre a fiumi: dalle vene martoriate dei tossici cronici miracolosa­mente sopravviss­uti a decenni di eroina fino ai mille rivoli lungo i quali i pusher la vanno spacciando.

Qui la violenza è la norma, ma non mancano l’amicizia, gli affetti e la solidariet­à, sia pure screziati dall’opportunis­mo che l’estremo bisogno si porta sempre con sé. Sentimenti e tratti bene incarnati da Cettina, ex operaia provata dalle violenze rivoluzion­arie degli anni Settanta e Ottanta, che decide di organizzar­e una festa per salutare la scarcerazi­one e il ritorno dello Zingaro, ex hippy ingiustame­nte finito in carcere con l’accusa più infamante. Per riuscirci la donna si dà da fare — assieme all’amico Pistacchio — nel radunare i denari necessari tra le famiglie abusive della sgangherat­a corte in cui vive, pronta a tratteners­i qualcosa della questua per il proprio misero ma necessario tornaconto.

Il romanzo ruota tutto attorno a questa raccolta, occasione per incontrare casa per casa gli abitanti del quartiere — tossici, appunto, e immigrati, malviventi, disagiati psichici, ragazzini allo sbando, promesse del calcio e prostitute — e per entrare in contatto con loro: conoscerne le vite grame, le passioni forti, i profondi dolori, ma anche le speranze, gli amori e le illusioni che li spingono ad andare avanti, nonostante tutto. E nonostante il marchio di quella macchia enorme di umidità che colpisce il visitatore al suo ingresso nella corte (e il lettore all’esordio del libro) e che nem

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