Corriere della Sera - La Lettura
«Don» Don Winslow è il boss del romanzo
Quando un suo scagnozzo gli dà una cattiva notizia, Oscar Diaz, piccolo boss di New Orleans, è accanto al suo acquario con rarissimi e costosissimi esemplari tipo il Queen Angelfish blu «dalla bellezza mozzafiato». Dopo che il picciotto ha fatto rapporto, Oscar commenta: «Stai stressando i miei pesci». L’ambasciatore non deve portare pena a Oscar Diaz: il suo destino è segnato. Il Queen Angelfish blu e la sua corte di alto lignaggio ittico possono tornare a rilassarsi. La spettacolarità del grande cinema che c’era una volta a Hollywood ( Scarface e dintorni) ormai si trova soltanto nei romanzi di Don Winslow, l’Omero dell’Iliade e dell’Odissea narcos. E si ritrova in abbondanza nelle sei storie di Broken. Winslow è prevalentemente un drammaturgo e la sua drammaturgia è quella di Shakespeare, Eschilo e l’opera italiana. Non ci credete? Leggete Il potere del cane o L’inverno di Frankie Machine, oppure, in Broken, la storia del poliziotto che deve vendicare la morte del fratello minore, sbirro anche lui, ucciso con atrocità dalla gang del pescivendolo Oscar. A commissionare la vendetta è Eva (nome di biblica risonanza), madre dei due agenti e centralinista alla stazione di polizia, che segue ogni notte in diretta le avventure dei figli in pattugliamento. Eva è come il coro della tragedia greca. L’altro tema di Winslow è il tradimento, che per lui è il tema di ogni grande storia (una volta che lo intervistai mi disse: «Che cos’è se non una storia di tradimento quella di Gesù?»). Il ritmo della sua narrazione è quello veloce, sincopato, astratto del cool jazz made in West Coast.
La coreografia, invece, è quella del surf, che ne costituisce anche il repertorio di simboli («L’eroina è la grande onda del mondo della droga»). Tempo fa ho scritto che Winslow, morto Philip Roth, è il numero uno americano. Aggiungo che Don non è più il suo nome, ma cosanostramente il titolo onorifico che compete al boss del romanzo Usa.