Corriere della Sera - La Lettura
La vita come habitat I Pinguini Tattici sempre più Nucleari
La band di Bergamo affida a un video la sua risposta al dramma del Covid che ha investito la provincia: «Un altro brano, che ci pareva innocuo, è rimasto attaccato a un evento forte. È il potere delle canzoni, che invadono l’esistenza»
Alcune rimangono sedimentate dentro di noi; altre hanno bisogno di emergere, farsi spazio tra la gente. A volte riescono a trasformarsi in canzoni, poesie, opere. Ognuno di noi porta almeno una storia con sé. Alle Stories, «quelle che accadono e restano, e quelle virtuali che scompaiono dopo 24 ore» (i video di pochi secondi realizzabili sui social network) il diario di Smemoranda, «Smemo 2021», dedica il tema del nuovo anno scolastico. Tra i collaboratori invitati a scrivere le loro Stories sul diario, c’è anche la band bergamasca Pinguini Tattici Nucleari, arrivati terzi alla 70ª edizione del Festival di Sanremo con Ringo Starr (brano certificato Disco di platino, all’interno dell’album Fuori dall’hype Ringo Starr, anch’esso Disco di platino, uscito a febbraio per Sony Music e repack del precedente Fuori dall’hype, 2019).
Compositore, autore dei testi e voce del gruppo, Riccardo Zanotti (1994, Alzano Lombardo) spiega a «la Lettura» il senso della sua Stories (scritta al plurale anche quando è al singolare), dove le canzoni hanno la forma di pesci rossi che provano a uscire dall’acquario: «L’arte, nel mio caso la musica, nasce da storie di vita, di tutti i giorni. Nel testo per Smemoranda racconto come in me nascano le canzoni. A volte sono storie vere, altre volte inventate, ma non per questo valgono meno».
Anche il video del nuovo singolo dei Pinguini (il nome della band, nata tra il 2010 e il 2012, viene da una birra scozzese, la Tactical Nuclear Penguin), Ri
dere, racconta una storia reale. E vicina. Il 17 aprile, in pieno lockdown, usciva il videoclip realizzato con immagini dalla quarantena dei fan: «Volevamo fare un regalo alla nostra “comunità” — ricorda Zanotti — e raccontare la resistenza di quel periodo, così abbiamo scelto take ironiche, per ricordare che tutti abbiamo trovato del bello in qualcosa che non è stato facile vivere». Ridere parla di una storia d’amore finita e che, ripensata anni dopo, conserva il ricordo delle cose belle: «Il video, non la canzone, è nato con la quarantena, ma c’è un parallelismo con quello che racconta il testo. Il potere delle canzoni sta anche in questo: sono come liquidi, si infilano in ogni fessura e riempiono le insenature della vita».
Un altro brano, Bergamo, si è ritrovato involontariamente a raccontare la storia di una provincia diventata il simbolo dell’Italia spezzata dal Covid: «Non avrei mai pensato che un brano così innocuo, dedicato a una ragazza e alla mia città (“Ti porto in centro e forse capirai/ Che cosa intendo quando ti dico che sei bella come casa mia”) potesse essere attaccato a un evento così potente», spiega il cantante. E aggiunge: «È strano come riascoltarla adesso riempia degli spazi, soprattutto in noi bergamaschi, tra le ferite che sono ancora visibili. Bergamo non è più in ginocchio ma è passato poco tempo dalla crisi sanitaria e siamo in pieno shock post traumatico».
Tra i settori lavorativi più colpiti dalla pandemia, gli operatori dello spettacolo e del mondo della musica («soprattutto i tecnici, gli operai, chi sta dietro le quinte e rende possibile un concerto») sono ancora in difficoltà per il lavoro ridimensionato. Lo scorso 21 giugno, Giornata mondiale della musica, la band ha partecipato con tanti artisti italiani alla campagna #iolavoroconla
musica per chiedere al governo un sostegno economico per il settore. Mentre il #machilavrebbemaidetto tour dei Pinguini (il nome viene dal singolo, Disco d’oro, Ver
dura), bloccato a febbraio dal virus, dovrebbe ripartire in autunno da Conegliano (Treviso): «Al momento viviamo nell’insicurezza — precisa il cantante —; sono previste delle date a ottobre ma non sappiamo se partiranno. Il nostro habitat da Pinguini non è l’Antartide ma il palco; e non vediamo l’ora di risalirci».
Dopo un ep, tre album autoprodotti, e il primo album con Sony, Fuori dall’hype (nel 2019 supera i 50 milioni di streaming complessivi), è con la vetrina musicale più importante d’Italia, Sanremo, che i Pinguini entrano nelle case di tutta Italia. «Non c’è stata una vera svolta o consapevolezza — prosegue Zanotti — ma il linguaggio che abbiamo sempre utilizzato a un certo punto è iniziato a piacere. Nell’ultimo periodo c’è stata una piccola “rivoluzione italiana”: le radio si sono accorte che ci sono artisti, di background diversi, che hanno nuovi modi di raccontare il mondo». È il panorama dei musicisti «giovani» (18-19 anni), di cui Zanotti è fan, «che lavorano a produzioni che sembrano venire dal futuro»; e cita la rivoluzione della trap — «una sorta di punk del XXI secolo» — e Madame, la trapper veneta, classe 2002, che si è fatta conoscere con il brano Sciccherie (2018).
Dietro questo «nuovo modo di raccontare il mondo», c’è anche un legame con la scuola del cantautorato italiano («si sopravvive a tutto ascoltando Lucio Dalla», cita una loro canzone): Ivan Cattaneo, De André, Fossati... «Alcuni cantautori hanno influenzato enormemente il mio modo di scrivere. Sono un amante dello storytel
ling, del raccontare una storia, che magari abbia ironia dentro di sé». La storia che potrebbero invece raccontare i Pinguini è quella già scritta sotto la loro pelle di ragazzi (tutti con meno di 30 anni) che vengono dalla periferia, segno identitario. «Il provincialismo, quell’alone di “sfiga” che ci portiamo dietro. Partiamo — precisa, ridendo, Zanotti — da una prospettiva piccola, parliamo delle piccole cose, ed è così che tanti si sono immedesimati nel nostro processo di crescita». Storie piccole, che a volte possono farsi un po’ più universali.