Un tuffo senza passato nel mare della laguna

Erica parla all’orecchio di Filippo. Vedi, gli dice, là in fondo c’è Pellestrina. Ci siamo stati con papà a cena, un mesetto fa... Filippo annuisce poco convinto. È dove abbiamo trovato la tartaruga morta? Sì amore, bravo! Erica non può proprio fare a meno della sua vocazione didascalica. Per lei ogni cosa dev’essere catalogata, registrata; senza considerare che in testa custodisce una collezione di ricordi che le invidio e per cui, in fondo, la amo.

Io, invece, ho solo una gran confusione fatta di immagini incongrue, frammentarie, a cui non riesco più a dare un senso. È per questo che, pur amandola, non mi sento alla sua altezza. Ma forse è il sole, il sole di questa giornata di fine agosto troppo calda e umida perfino per una gita in barca. Erica mi sorride un attimo; ha intuito i miei pensieri e io, come spesso succede, mi sento in colpa.

Tengo il timone con decisione. Qualche volta, mentre piloto la mia piccola barca, mi piace far finta di comandare una grande nave, un transatlantico o almeno un traghetto pieno delle macchine della gente che va in vacanza. È una fantasia che sparisce quasi subito. Questa è l’ultima uscita della stagione, ne sono sicuro. Il lavoro non concederà altre occasioni.