Corriere della Sera - La Lettura
Gaudenzi e Giardino: il fumetto classe ’45-46
Si parte da un dubbio: se alla fine del concerto l’applauso non arriva, chi sono io? Quant’è sottile il diaframma tra innovazione e
fallimento? Un pianista e compositore di successo si interroga sull’identità e sulle norme che la definiscono. «Rompere le regole — scrive nel suo nuovo libro — non può avvenire senza opposizione» e il vero artista deve affrontare l’incomprensione. Ma non solo gli artisti: tutti. Anche di questo si discuterà a
Passaggi Festival, a Fano, con scrittori, registi e voci diverse
All’inizio è un impulso «che dalla tastiera spinge via le mie mani», e sorprende il pianista famoso durante un concerto. Poi, proprio nel finale, sotto gli occhi del pubblico, il tremore fatale si diffonde alle dita. Inizia così una riflessione sull’ansia contemporanea che parte dal caso speciale di un musicista e arriva lontano, fino alla demolizione della società del consenso e dell’applauso. Se ne L’equilibrio della lucertola (Solferino, 2018) il pianista e compositore Giovanni Allevi scriveva di un’iniziazione privata, nel nuovo Revoluzione, in libreria per Solferino dal 27 agosto (prefazione di Massimo Sideri, pagine 238, € 14,50), l’autore allarga lo sguardo: il suo isolamento coincide con il lockdown per il Covid, e il reale amplificato e solitario dell’artista è anche lo strano pianeta deserto in cui tutti ci siamo trovati. Il viaggio interiore inizia intorno a un dubbio d’artista: se alla fine del concerto l’applauso non arriva, chi sono io? Quant’è sottile il diaframma tra innovazione e fallimento?
Ripercorrendo in parallelo storia della musica, scienza e filosofia, citando la dialettica Reale/Ideale di Georg Wilhelm Friedrich Hegel, l’incompletezza di Kurt Gödel e le quinte parallele di Claude Debussy («sbagliate», per la teoria musicale), Allevi — che sarà ospite a Passaggi Festival a Fano, domenica 30 agosto — giunge al tema centrale, la necessità di pensare il nuovo senza accontentarsi del «rassicurante», del già rodato e facilmente applaudito. «Rompere le regole — scrive — non può avvenire senza opposizione». E anche se il fragile uomo può soffrire del mancato riscontro, «il vero artista è colui che va incontro all’incomprensione, e nonostante ciò persegue con coraggio la propria strada». Come nella Lucertola, ad accompagnare l’agnizione c’è un simbolo naturale: qui una bouganvillea carica di rami secchi, che l ’a r t i s t a s i i mpegna a p ot a r e e s a l va r e d u r a nte i l lockdown, e che battezza Maddalena, la Maria di Magdala il cui Vangelo gnostico è citato in esergo («Non piangete, non siate malinconici,/ e neppure indecisi»).
I rami da potare sono tanti, quelli del consenso e del conformismo: in campo musicale, in un’aiuola fiorita o nella vita di ognuno. «Secondo una teoria nichilista — aggiunge Allevi — la nostra identità dipende dal riscontro sociale, il nostro valore è tale solo se è riconosciuto: questo aspetto domina la società dei like. E come effetto p r ovo c a a n s i a , s o p r a t t u t to d a quando il virtuale ha penetrato il mondo reale. Il libro vuole affermare, quasi battendo un pugno sul tavolo, che è ora di pensare controcorrente».
Certo, come accade a un artista di fronte all’insuccesso, si soffre davanti all’assenza di riscontro. Ma anche l’ansia è sintomo di sofferenza, più profonda: «È una spia del desiderio di cambiare qualcosa nella vita, e riguarda l’artista ma anche chi non lo è. Durante la pandemia, pur nella tragedia, molti di noi hanno vissuto un’espansione della mente, con nuove percezioni, nuove sensazioni, passioni e amori, e un atteggiamento “artistico”, con le scritte ai balconi, la gente che cantava alla finestra. In quei giorni appariva anormale, e ora si parla di ritorno alla normalità: anche se normale e anormale sono parole che non amo, io desidero che quegli elementi di anormalità rimangano nella riacquisita normalità. E questo si può fare discostandosi da un certo ottuso maschilismo decisionista che ci domina, andando verso una dimensione di immaginazione estrema, di esaltazione della sensibilità e del femminile, di ascolto del corpo e contatto con la natura».
Un cambiamento che può avvenire in due modi: in tempi rapidi e con violenza, come le rivoluzioni, o con lentezza e resilienza, come l’evoluzione. L’incontro tra questi elementi è la Revoluzione del titolo. Il libro approfondisce la sua revoluzione suggerendo l’ascolto del naturale, imperfetto mondo reale. Proprio al reale sono dedicate le pagine più belle del saggio: già nella Lucertola Allevi accennava alla propria capacità di riconoscere le note, le musiche scritte nelle voci e nei rumori quotidiani.
Ecco, nel libro il mondo è fatto di note, che si tratti dell’aereo che vibra «dalle frequenze più basse a quelle supersoniche» o di una voce che ha una repercussio e una finalis come un brano musicale con le sue note dominanti. Un mondo ipersensibile, che Allevi coglie bene nei dettagli: da nessun altro panorama viene la creazione. Solo dall’imperfetto reale osservato anche dall’incompreso Beethoven o dal sottovalutato Schubert originano le opere sublimi, e nasce il nuovo.