Corriere della Sera - La Lettura

La fionda di Zehra Dogan regalata alla città dolente

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Lo stetoscopi­o come fionda, la divisa da infermiera come quella delle crocerossi­ne in trincea. L’artista curda Zehra Dogan (1989) è tornata a Brescia. Il suo autoritrat­to ( sotto) campeggia in piazza del Foro, insieme ai versi di Bella ciao. «Ho trovato l’invasor»: l’invasore è il virus che funesta il territorio, la battaglia è in ospedale, ma la citazione partigiana a luglio ha attirato i vandali (imbrattame­nto poi neutralizz­ato). «L’opera nasce in digitale, è riprodotta sul telo di un cantiere grande 130 metri quadrati. È stata ristampata e sostituita», spiega Stefano Karadjov, direttore della Fondazione Brescia Musei che promuove l’iniziativa. L’artista ha donato il bozzetto alla città in cui si è svolta Avremo anche giorni migliori. Opere dalle carceri turche, la mostra che l’ha rivelata al pubblico europeo. L’idea era un murale, ma con la pandemia non ha potuto lasciare Ginevra. Quei pannelli sono apparsi come una tela perfetta: è nata così la mostra con un dipinto solo, offerto a tutti, fino a settembre. (anna gandolfi)

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