Corriere della Sera - La Lettura

SENZA VENTO A VELE SPIEGATE

- Di ANDREA VITALI

Per giorni sono uscito sul terrazzo di casa mia per vederlo, giungendo a considerar­lo un appuntamen­to quotidiano, quasi una sorta di buon augurio. Fu un caso, se poi esiste, a farmelo notare. Accadde in un primo pomeriggio di febbraio. Non c’era un filo di vento sul lago, eppure quel velista, forse con l’ausilio di un motore o forse sempliceme­nte remando, stava raggiungen­do il centro del lago.

L’assenza di altre imbarcazio­ni ne faceva risaltare ancora di più la solitudine nella pianura dell’acqua, ma anche la precisa intenzione di raggiunger­e uno scopo. Quale non lo potevo certo sapere, e tuttavia nulla mi impediva di immaginarl­o. In ogni caso non persi tempo pensando solo a un’uscita nella speranza che si alzasse un poco di aria: vana peraltro, poiché quel giorno il lago restò piatto come una tavola. Ma quando anche il pomeriggio successivo lo vidi di nuovo ripartire dalla riva nonostante la perniciosa bonaccia mi dissi che forse la speranza che un po’ di

Me ne incuriosii sempre di più, non perdendo nemmeno una delle sue uscite, e guardandol­o lungamente per affidargli un significat­o che desse un senso al tempo che passavo a osservarlo. Fu la gioia del silenzio quello che mi affascinò più di altri. Guadagnare, che ci fosse vento o meno, quella lontananza dalla riva che gli permettess­e di lasciarsi alle spalle i rumori terrestri, avvicinand­osi al mondo del silenzio quasi assoluto, rotto solo dallo sciacquio dell’acqua e da qualche grido di gabbiano. Un silenzio che per me era invece incontamin­ato, proiettand­o quella barca nella lontananza dell’immaginari­o e guardandol­a come fosse il frammento di un film muto.

Tutto ciò accadeva prima, prima che il lago ridiventas­se padrone di sé stesso, prima che partecipas­se anche lui alla costruzion­e di un silenzio assoluto che forse quel velista solitario cercava o di cui io solo gli ho attribuito la ricerca. Quale che sia la risposta mi piacerebbe che fosse lui a darmela. Prima o poi mi deciderò a farlo. Magari aspettando­lo al rientro adesso che ha ricomincia­to a uscire, che soffi o meno il vento, innalzando comunque le vele bianche di Teseo.

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