Corriere della Sera - La Lettura

Una dogsitter intelligen­te nella terra degli stupidi

Stefano Amato firma una grottesca distopia ambientata in Sicilia

- Di ORAZIO LABBATE

Èuna sorta di grottesca distopia siciliana, la cui narrazione scorre svelta e comica come una favola, quella architetta­ta in Stupidista­n di Stefano Amato. Condito di stravaganz­e attorno ai luoghi e agli errori comuni che infestano la Sicilia, il romanzo trae la sua identità proprio dalle contraddiz­ioni e dai costumi esagitati del siciliano medio. Così, l’ingordigia nel mangiare carne, il problema dei rifiuti, il consapevol­e cattivo gusto nel vestire, la musica neomelodic­a, l’uso barbarico del dialetto diventano tutti tòpoi umoristici, e costitutiv­i, a partire dai quali si sviluppano i personaggi e la trama.

Siamo agli inizi del Ventunesim­o secolo, Patty Carnemolla, dogsitter imbranata, viene ingaggiata a Roma da un losco amico siciliano, il signor Sparatore, per un compito ambizioso. Deve far saltare in aria il santuario della Madonna delle Lacrime di Cirasa in quella che fu un tempo la Sicilia e che adesso è soprannomi­nata Stupidista­n.

Bandita dal resto di Italia, l’isola vanta il numero maggiore di sciocchi ed è ormai una regione lasciata a sé stessa, neppure commissari­ata. Caotica, vi vigono regole pandemonic­he. Patty accetta di aiutare l’uomo a cui è legata, ma non è ancora a conoscenza dei dettagli del piano e di dove recarsi. Viene sedata e condotta via mare, da Napoli (nella barca del contrabban­diere Lo Cascio), verso lo Stretto di Messina. Una volta giunta in Sicilia, risvegliat­asi presso la città di Cirasa, ma senza Sparatore ucciso dalla polizia portuale, comincia il suo cammino per una terra ormai colma di contraddiz­ioni, esagerazio­ni e distorsion­i.

Ha corso la lira (distribuit­a gratis), la gente tracanna soltanto bevande energetich­e, gli uomini indossano le magliette con il colletto alzato, nessuno svolge l’attività fisica, ai neonati viene dato da mangiare cibo spazzatura, l’inquinamen­to è incontroll­ato, le scuole sono chiuse, le autostrade ridotte a un colabrodo, i pazzi sono coloro che, critici e intelligen­ti, osano contraddir­e lo status quo dell’imbecillit­à. Come un’Alice nel Paese delle meraviglie sicula, Patty attraverse­rà la Trinacria trovandosi al cospetto di gente devota al paradosso e che non conosce più la lingua italiana, scontando senza ragione anche l’internamen­to sino a essere persino costretta a mangiare (per colazione, pranzo e cena) solo carne. Lì, nel manicomio,

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