Corriere della Sera - La Lettura
Ken Follett La sera del Medioevo diventerà mattina
Ricordate quel tramonto surreale eppure magico di fine marzo, quando Papa Francesco affrontò da solo il vuoto e la paura del mondo schiacciato dalle «fitte tenebre» della pandemia? E il suo invito accorato ad aggrapparsi alla forza dei fondamentali principi di solidarietà, corresponsabilità, rispetto, uguaglianza, alle colonne portanti della convivenza sociale faticosamente costruite nei secoli dall’umanità e solide come quelle che circondavano il Pontefice in quella piazza San Pietro deserta?
Ebbene, se ricordate le sue parole che evocavano sì la fede ma soprattutto una visione di speranza per il presente e il futuro, immaginate di tornare indietro nel tempo di mille anni e alle origini di quelle «fitte tenebre». Per la precisione al 17 giugno 997 dopo Cristo, nell’Inghilterra sudoccidentale della pioggia, del fango, della schiavitù, della fame, del sangue, del potere, della corruzione e vi ritroverete a vivere gli sgoccioli della cupa notte senza regole dell’alto Medioevo e la vigilia della nuova era che avrebbe visto crescere pietra su pietra, come pilastri di una cattedrale, il moderno Stato di diritto.
Dopo trent’anni e più di trenta milioni di copie vendute de I pilastri della Terra, Ken Follett ritorna nell’immaginaria Kingsbridge, alle radici di quella narrazione epica e della sua stessa fama con Fu sera e fu mattina (Mondadori), prequel di ottocento pagine che uscirà in contemporanea in tutto il mondo il 15 settembre. Il titolo è biblico: «Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre — così è scritto nel primo libro della Genesi — e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina».
Appunto. E nella sua essenza fatta di scelte da compiere, ostacoli da superare e ricompense da conquistare è biblica in qualche modo anche la trama del romanzo a cui lo scrittore inglese, protestante di nascita e laburista da sempre, ha lavorato dal 2017. Cucendo, scucen