Corriere della Sera - La Lettura
Bellini il caricaturista
Tre volti sorprendenti svelano l’aspetto burlone del maestro veneto del Rinascimento. E due santi trovano nuova attribuzione
Zero chiodi. Tutto smontabile. Abituato a non spostarsi da Venezia, Giovanni Bellini s’inventa una cornice da spedire direttamente al committente: la divide in pezzi, che non rischi botte durante il viaggio in nave, poi invia le istruzioni per l’assemblaggio all’arrivo. La carpenteria è studiata così bene da fare scuola. Eppure l’attenzione in bottega è tutta altrove: il maestro è impegnato in un gran capolavoro. Tra il 1472 e il 1475 dipinge la pala di Pesaro (dalla città in cui ancora oggi è conservata), destinata alla chiesa di San Francesco. Cristo, tra i santi, incorona la Vergine: la spalliera del trono racchiude un paesaggio. La natura irrompe, il colore diventa atmosfera: un tratto per la prima volta evidente e che segnerà la produzione del «miglior pittore del tempo» (definizione del contemporaneo Albrecht Dürer). Opera ammiratissima e studiatissima, da sempre. Eppure, sotto gli occhi di tutti, nasconde un dettaglio bizzarro.
Torniamo a quella cornice. Mentre prende forma succede qualcosa. La pala viene «pasticciata». Passano più di 500 anni. Finché, in vista di un restauro, si smontano di nuovo i legni. E qui salta fuori il segreto: un profilo di moro, un anziano scarmigliato, un tizio col nasone... Caricature. Stanno nei pilastrini decorati a finto marmo, sul fianco destro, all’altezza della nicchia del terzo santo dall’alto, sotto la pittura originaria. Chi le ha tracciate bazzicava la bottega. Improbabile, però, che uno degli aiutanti (pochi) si sia arrischiato a fare danno a un lavoro tanto importante. Dunque, il capo sapeva. E, anzi: l’autore è quasi certamente lui. Serio, devoto, artista delle Madonne malinconiche. E insospettabile burlone.
C’è anche il lato sconosciuto di una figura geniale fra le pagine di Giovanni Bellini. Catalogo ragionato, primo studio generale sul più grande maestro della pittura veneta del Rinascimento. Il volume — di Peter Humfrey, Mauro Lucco e Giovanni C. F. Villa — arriva in libreria. Sono stati proprio Lucco e Villa, con test avviati nel 2009, a individuare le caricature. Non solo. Nel libro presentano un’altra novità: analizzano ognuna delle 193 opere dell’artista più due, proponendo una coppia di tavole inedita (del 1475 circa, dunque quasi contemporanea alla pala di Pesaro) ritrovata in Francia. Sono le immagini dei santi Stefano e Lorenzo, emerse da una collezione privata e ora collegate ad altre conservate fra Venezia e Parigi: gli esperti hanno ricreato virtualmente un polittico, composizione ancorata all’antico e perciò rara per un innovatore come Bellini (a sua firma esclusiva ne sono noti solo tre). «In realtà il maestro si muoveva nel solco della tradizione più di quanto sia stato ritenuto finora», riflettono. E il Polittico Venezia-Parigi, come è stato ribattezzato, lo conferma.