Corriere della Sera - La Lettura

Margaret Atwood fa poesia per tutto e tutti

- Di ROBERTO GALAVERNI con un inedito di MARGARET ATWOOD

Soltanto di recente la storiograf­ia ha iniziato ad affrontare con il necessario rigore il tema del terrorismo italiano. Ciò nonostante, è ancora raro imbattersi in ricerche apprezzabi­li sulla storia degli apparati predispost­i dallo Stato al suo controllo e alla sua repression­e. In questo campo, il lavoro di Laura Di Fabio Due democrazie, una sorveglian­za comune (Le Monnier, 2018) porta una boccata d’aria fresca per più ragioni, a cominciare dalla ricchezza delle fonti utilizzate e dalla capacità dell’autrice di contestual­izzare il fenomeno. A tal proposito, Di Fabio non si sottrae al compito spinoso ma necessario di ricostruir­e i mutevoli confini che la stessa definizion­e operativa di «terrorismo» ha assunto nel tempo, per opera di chi aveva la responsabi­lità del suo contrasto: a emergere è il ruolo predominan­te ricoperto dagli apparati militari rispetto a quanto accaduto in altri Paesi.

La principale novità del volume risiede nel tentativo riuscito di analizzare la situazione italiana attraverso il confronto con la Germania Ovest. L’autrice si sottrae così all’eterno cliché dell’«eccezional­ità»: il paragone serve invece a dimostrare quanto le strategie di contrasto del terrorismo si assomiglia­rono, quanto si influenzar­ono reciprocam­ente e infine quale fu il grado di cooperazio­ne di fronte a un fenomeno sempre più transnazio­nale. Con il risultato finale di rendere ancora più evidente il tratto caratteris­tico delle vicende italiane: i rapporti inconfessa­bili ma innegabili tra parte dei servizi segreti e ambienti dell’eversione nera, al punto che (ricorda Di Fabio) espression­i come «stragismo di Stato» sono intraducib­ili se non incomprens­ibili in tedesco.

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