Corriere della Sera - La Lettura
Un passato che non passa L’urlo di Bobby Sands
La voce da un passato che non passa: è quella di Bobby Sands, che ci arriva da una cella del Maze, il carcere di massima sicurezza in Irlanda del Nord. Lui è l ’ i cona dell ’ i r redentismo dell ’ Ulster, morto in prigionia nel 1981, a 27 anni, al termine di sessantasei giorni di sciopero della fame. In questi giorni è arrivata nelle librerie italiane la prima traduzione integrale di tutte le prose e poesie scritte dietro le sbarre dal rivoluzionario dell’Ira, l’Esercito repubblicano irlandese.
Sono oltre 200 pagine (41 componimenti in versi e 25 brani in prosa), vergate in condizioni impervie: testi tracciati segretamente su minuscoli pezzi di carta igienica e cartine di sigarette, usando una ricarica di penna a biro che Sands teneva nascosta nel suo corpo. Questi lavori trovarono già allora il modo di uscire dal carcere e iniziarono a essere pubblicati sui giornali del movimento repubblicano irlandese, inizialmente con lo pseudonimo di Marcella, il nome di una delle sorelle di Bobby. Ma quando lui fece cadere l’anonimato, assurse presto a simbolo della resistenza condotta in carcere dai prigionieri dell’Ira.
Di quelle pagine colpisce oggi il valore letterario, che trascende a volte la stessa intenzionalità politica. Certo, sono testi che raccontano l’attaccamento alla propria causa e ai compagni di lotta, che parlano delle ragioni della protesta per vedersi riconosciuto lo status di prigionieri politici, che descrivono le condizioni disumane e degradanti della vita nelle celle — i vermi, la sporcizia, gli escrementi. Ma lasciano trapelare anche passioni e interessi di un giovane che aveva abbandonato la scuola a 15 anni per fare il carrozziere, ma che negli scritti si accosta a letteratura, storia, sport; e ornitologia, con gli uccelli che tornano come simbolo costante di libertà.
Sono pagine che possono essere lette anche solo come acuta testimonianza umana ed esistenziale — che soprattutto nei versi raggiunge una notevole intensità poetica — pervase da un afflato via via