Corriere della Sera - La Lettura
MA GLI USA RESTANO PIÙ FORTI DI PECHINO
La modernizzazione delle forze armate cinesi ha conseguito negli ultimi anni alcuni visibili successi. È il caso del programma delle portaerei: alla «Liaoning», la prima consegnata alla Marina militare cinese nel 2012, si è aggiunta nel 2019 la «Shandong», mentre una terza è in costruzione. Parallelamente, si osservano sostenuti ritmi di costruzione e consegna di nuovi cacciatorpediniere (classi Luyang III e Renhai), navi d’assalto anfibio (classi Yuzhao e Yushen), rifornitrici di squadra. Successi si registrano anche in ambito aeronautico, con i primi esemplari del caccia di quinta generazione
J-20, in servizio dal 2019, e in ambito missilistico (missili balistici antinave DF-21D, a medio raggio DF-17 e intercontinentali DF41).
Nel valutare le implicazioni strategiche delle capacità cinesi è opportuno distinguere fra due diversi orizzonti. In ambito regionale, l’impatto è significativo e pone una sfida per gli stessi Stati Uniti. Il rafforzamento delle capacità di interdizione, funzionale a proteggere interessi essenziali di Pechino in Asia orientale, complica la proiezione militare degli Usa nella regione. Proprio l’incontrastata capacità di «accesso» rappresenta tuttavia un pilastro dell’egemonia globale degli Stati Uniti: di qui il crescente attivismo militare di Washington nella regione, per esempio attraverso le operazioni per la libertà di navigazione. Più contenuto, viceversa, è l’impatto su scala globale. Nonostante i progressi, le capacità cinesi di proiezione «fuori area» restano limitate. Pechino dispone al momento di una sola base all’estero, inaugurata a Gibuti nel 2017, in confronto alla fitta rete delle basi americane. Su scala globale gli Usa mantengono dunque la propria posizione militare egemonica. A confermarlo sono i dati sul bilancio della Difesa: pur pressoché raddoppiate nel corso dell’ultimo decennio, le spese militari cinesi rimanevano nel 2019, secondo le stime dell’autorevole istituto Sipri, pari a poco più di un terzo di quelle americane.