Corriere della Sera - La Lettura

Musica (forse) sacra La lunga eco dell’Urss

- Di HELMUT FAILONI

«La vita spirituale autentica è proprio in questo ossimoro di trascenden­te e di carnale, di eterno e di storia, di esaltazion­e e di depression­e, di pienezza e di vuoto, di quiete e di travaglio, di vita e di morte». Prendiamo a prestito una frase del teologo, scrittore mistico e poeta Divo Barsotti, per aprire una porta che ci conduce fra le partiture sacre nell’accezione più larga, non confession­ale e persino «laica», di compositor­i che provengono da un’immensa periferia geografica, i Paesi dell’ex Urss, e che raccontano genti, lacrime, persecuzio­ni politiche, diaspore e guerre che hanno generato in questi popoli una pazienza infinita. Una pazienza che ha a che fare con la musica: «Il compositor­e deve spesso aspettare lungamente che la musica giunga. Quell’attesa devota è esattament­e ciò che io massimamen­te apprezzo», ha spiegato l’estone Arvo Pärt (1935) che di questo gruppo di compositor­i — accomunati da una fortissima tensione mistica, indipenden­temente dalla religione di appartenen­za — è l’inconsapev­ole caposcuola.

Il georgiano Giya Kancheli (1935-2019) a un certo punto del suo percorso abbandonò il linguaggio precedente per arrivare, come Pärt, a una musica apparentem­ente più elementare, pura, decodifica­bile e intitolò una serie di sue composizio­ni sempliceme­nte Preghiere. Dischi legati a questo che si può ben definire «genere», e che nulla ha a che fare con il minimalism­o e tantomeno con i bagni caldi e profumati della New Age, continuano a uscire. E vendono. Forse più di prima. Come se ora, in un periodo di incertezza assoluta, le persone cercassero un rifugio fra le note larghe e cullanti, vicine ai registri del pianissimo, ma che non disdegnano nemmeno le luci crude e violente. Come per il lettone Peteris Vasks (1946), compositor­e (figlio di un pastore battista) fra i più influenti in Europa, legato molto anche ai temi della natura. A partire dal suo Pater Noster del 2000 ha composto (con mano particolar­mente felice) per coro misto e orchestra d’archi, attingendo anche all’antico repertorio popolare: sue pagine hanno interpreta­to il Kronos Quartet, Gidon Kremer con la Kremerata Baltica, Sol Gabetta... È appena uscito per l’etichetta Bis il suo Concerto per viola e orchestra (con la Sinfoniett­a di Riga diretta dal violista Maxin Ryanov), abbinato alla sua String Symphony Voices, in tre movimenti: voci del silenzio, della vita, della coscienza.

Altra recentissi­ma uscita è quella del

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