Corriere della Sera - La Lettura
Premio per la pace e per la letteratura
C’era una volta un paese felice. Si chiamava Cornucopia. Vi regnava un re biondo ed elegantissimo che aveva al suo servizio una sarta brava come Armani. Vi si producevano i più squisiti formaggi, i più succulenti pasticci di carne, i più prelibati dolciumi (ah, le Celie celesti, dal sapore celestiale come dice il nome stesso!). La gente di Cornucopia era operosa e sorridente e non le mancava niente. Avevano persino una leggenda a Cornucopia (ogni nazione per essere tale deve avere una leggenda), quella dell’Ickabog. Una leggenda sinistra che raccontava di un mostro acquattato in una palude e pieno spaventevolmente di peli e artigli, una specie d’incrocio tra la misteriosa creatura di Loch Ness e l’Abominevole Uomo delle Nevi. Ed era giusto così, che un paese felice confinasse la malvagità in un racconto favoloso. Ma poi in quelle felici contrade il clima, non quello atmosferico, cambiò a causa degli intrallazzi di un consigliere reale. Lord Scaracchino (segnatevi questo nome e segnatevi ogni volta che lo sentirete pronunciare), un tipo ambizioso, avido, crudele. Il terrore si impadronì del popolo, un tempo lieto, di Cornucopia. E l’Ickabog da leggenda si fece realtà, il mostro fu sbattuto in prima pagina. Forse era solo una fake news, ma si sa che fanno più male che se fossero vere. Ne fecero le spese, rimettendoci la pelle, comandanti senza macchia, vecchie e sensibili studiose di salmoni e tanti altri innocenti. Fortunatamente una pasticciera coraggiosa, il figlio del comandante senza macchia, l’orfana della bravissima sarta del re, l’incantevole Lady Eslanda e altri prodi, trovarono la forza di opporsi alle trame di Lord Scaracchino. Al tempo della Prima Clausura, J. K. Rowling donò ai suoi lettori assediati dal virus questa bellissima storia, un suo racconto antico e privato che non aveva mai finito. L’Ickabog è una magnifica favola, una luce che rischiara le tenebre. Triplice urrà per J. K. Rowling. E Nobel (per la letteratura e per la pace), subito.