Corriere della Sera - La Lettura
I RAGGI INFUOCATI CENTRANO HOFFMANN
Un po’ di invidia e un po’ di gratitudine per Ernst Theodor Amadeus Hoffmann. Se il nostro anniversario beethoveniano del 2020 è stato bruciato dal virus, Hoffmann ci aiuta a custodire la passione per Beethoven anche nell’anno nuovo e sine die. Opera di Benedetta Saglietti, è uscita, in prima traduzione italiana integrale, arricchita da un dialogo con Riccardo Muti e da un testo di Hector Berlioz, La Quinta Sinfonia di Beethoven recensita da E.T.A. Hoffmann (Donzelli, pp. 212, € 19): la critica che l’editore Breitkopf & Härtel affidò allo scrittore nel 1809, a pochi mesi dal debutto della Sinfonia (Vienna, 22 dicembre 1808).
Uscita sull’«Allgemeine musikalische Zeitung» nel 1810, questa recensione della versione per piano è un’ode alla potenza di Beethoven, colta dall’invidiabile testimone in tutta la sua energia innovatrice. Hoffmann, compositore egli stesso, accosta una dettagliata analisi armonica alla ricerca del senso romantico dell’opera: Beethoven, scrive, «ci schiude il regno del titanico e dell’incommensurabile», tra «raggi infuocati» che «sfrecciano attraverso la profonda notte». E l’unità tematica dell’opera, qui ben colta, si riverbera in una unità di emozioni, che avvince l’ascoltatore in uno «struggimento ricolmo di presagi, quasi inesprimibile».