Corriere della Sera - La Lettura

IL «DEBOLE» KERENSKIJ PRECURSORE DI STALIN E ANTENATO DI PUTIN

- di ANTONIO CARIOTI

Capo del governo che venne facilmente rovesciato dai bolscevich­i nell’autunno del 1917, il socialista russo Aleksandr Kerenskij (nella foto) è spesso citato quale esempio di debolezza e inettitudi­ne. Così però si dimentica come si era comportato e che cos’era successo nei mesi precedenti. Rimette i fatti al loro posto il saggio

«Compagno Kerenskij» ( traduzione di Emanuela Guercetti, Viella, pp. 415,

€ 39) di Boris Kolonickij, docente a San Pietroburg­o. Nell’enorme vuoto di potere causato dalla caduta dello zar Nicola II, con una guerra difficilis­sima in corso contro tedeschi e austro-ungarici, Kerenskij venne incontro, con le sue doti oratorie e l’indole energica, al bisogno di riferiment­i forti che avevano i russi orfani della monarchia.

Divenne, secondo Kolonickij, il prototipo del vožd, il leader popolare capace di guidare il Paese alla vittoria militare e al cambiament­o politico. E questo giovò anche a Vladimir Lenin, che riuscì ad affermarsi, invocando la pace immediata e l’esproprio dei ceti possidenti, proprio come contraltar­e di Kerenskij. Decisive furono nell’estate del 1917 le sconfitte russe in battaglia, che sbriciolar­ono il carisma di Kerenskij e spianarono la via del potere ai bolscevich­i. Ma l’esigenza di un

vožd e il conseguent­e culto, prodotto di una cultura politica autoritari­a dalle radici profonde, non vennero meno. Iosif Stalin sarebbe stato l’interprete più abile e spietato di quel ruolo. Oggi a incarnarlo è Vladimir Putin.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy