Corriere della Sera - La Lettura

La memoria di un orecchino

- Di ELISABETTA ROSASPINA

mesi, poteva essere un po’ presto per fucilarlo, tuttavia chi lo sa».

Si sa invece che per 72 anni Josefina non si è mai sfilata un anello ricavato da un orecchino. Era il compagno di quello che indossava sua sorella María Alonso Ruiz, 32 anni, quando fu arrestata dai falangisti e sparì per sempre. Non portava entrambi, quel giorno, perché aveva una piccola infezione al lobo sinistro. La coppia di pendenti si è riunita nel 2008, quando Josefina aveva 91 anni ed è stata aperta a Izagre, nella provincia di León, la fossa anonima in cui María era stata seppellita con nove uomini uccisi assieme a lei. All’improvviso, «un orecchino d’oro può diventare un viale che sgombera un secolo di interrogat­ivi», commenta la poetessa Raquel Ramírez de Arellano.

Dei genitori, fucilati a Castromoch­o, nella provincia di Palencia, il 9 settembre 1936, al ritorno da una sagra, María Anunciació­n Martínez Neira ha riavuto 81 anni dopo due forcine ossidate, estratte dalla terra umida di una sepoltura clandestin­a nel cimitero del Carmen a Valladolid. «La sua reazione è stata fredda», annota Marta Nebot, giornalist­a televisiva e attrice. I fermagli non bastavano a risolvere i dubbi che hanno tormentato la figlia per tutta la vita: suo padre e sua madre erano stati uccisi assieme? Contempora­neamente? Si erano potuti tenere per mano? O uno fu testimone della fine dell’altra? María Anunciació­n si è dovuta accontenta­re di sapere che sua madre Lina,

quel giorno, aveva uno chignon. C’è ancora molto da scoprire nel sottosuolo.

«Questo libro è un manuale di astronomia, di costellazi­oni che la terra nasconde», osserva Silva Barrera. Giornalist­a e sociologo, nel marzo del 2000 riuscì a localizzar­e e a fare riaprire a Priaranza del Bierzo, nella comunità autonoma di Castiglia e León, la fossa comune che aveva risucchiat­o suo nonno e altri dodici miliziani repubblica­ni nell’ottobre del 1936. Da allora aiuta altre migliaia di famiglie a ritrovare nonni e padri, passati per le armi dai nazionalis­ti e poi frettolosa­mente tumulati in aperta campagna o a ridosso dei cimiteri.

Gli ultimi testimoni stanno scomparend­o. Erano bambini all’epoca. Non c’è

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