Corriere della Sera - La Lettura
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Petra Delicado è l’ispettrice di polizia protagonista di molti romanzi della scrittrice Alicia Giménez-Bartlett. Questa volta, l’autrice spagnola ha deciso di regalare al suo pubblico qualcosa di speciale sul noto personaggio, addirittura un’autobiografia. Il nuovo libro, edito da Sellerio, si intitola infatti Autobiografia di Petra Delicado. E qui si comincia proprio dal principio. Cioè dalla fine, perché Petra ha deciso di prendersi una vacanza e di ritirarsi per una settimana in un convento. Vuole riflettere sul suo passato, capire un po’ meglio chi è stata, cosa è diventata.
Da bambina non poteva nemmeno immaginare quanto fosse complicato essere figli di sospiratori, soprattutto quando a sospirare è una madre, e di quelle che tengono un sopracciglio sempre alzato, che ti amano alla follia sebbene, dotate di poco inconscio, ti dicano apertamente che non eri in programma. Insomma, sappiti amata nonostante. E quel nonostante sarà il macigno che Petra si porterà dietro per sempre: il senso di colpa. Una madre che permetteva o proibiva a seconda del suo umore e che ogni cosa commentava con un’unica, pessimistica frase: «Questa è la vita!».
Non è dunque strano che Petra scelga fin da subito di non avere figli. È un’idea che porterà avanti coerentemente negli anni. Per il resto è convinta che nulla si impari mai veramente, ogni cosa un fluttuare destinato a uscire dalla memoria. Accanto a lei ci sono le sorelle. Celia, obcasa. bediente fino alla nausea, capace di farsi addirittura scegliere il marito dalla madre, ovviamente quello sbagliato. E Amanda, la ribelle dall’animo di un gatto: distogli lo sguardo e scompare salvata dalla sua «pelle psicologica» che nulla assorbe. «Tu non mi vuoi bene abbastanza», ripete la madre a Petra. Non la ama perché non conosce la sua dolorosa storia. La conoscerà solo dopo la sua morte.
E infatti sarà proprio Petra la destinataria di una lettera/vendetta che le sarà consegnata il giorno stesso del decesso, con il corpo della madre ancora caldo in