Corriere della Sera - La Lettura

Scrivere sull’onda: un po’ fai tu, un po’ fa lei

Marco Franzoso guida gli aspiranti autori con passione e arguzia

- Di ALESSANDRO BERETTA

Non esiste una formula per scrivere un buon romanzo, ma conoscere al meglio gli strumenti per crearne uno — ammesso che si abbia una storia da raccontare — può essere una giusta premessa. La nuova opera di Marco Franzoso, Il grande libro della scrittura, offre al lettore, idealmente un aspirante scrittore, una guida tanto esaustiva e ben fatta sul tema quanto scorrevole e vivace fin dal sottotitol­o: Manuale pratico, avventuros­o e filosofico per scrivere qualsiasi storia. Lo è fin da una delle prime metafore, la Strategia del surf per cui imparare a seguire bene quanto si vuole raccontare è come saper cavalcare l’onda giusta, quindi: «Un po’ decidi, un po’ lasci fare a lei. Non è difficile. Il fatto è che in caso contrario, cadi», cioè il romanzo non ingrana.

Seguendo lo schema in tre atti proprio di ogni storia costituito da «1. Stasi; 2. Rottura/allontanam­ento; 3. Ritorno», Franzoso divide il suo viaggio in tre parti, attraverso 25 capitoli, legate alla storia; ai personaggi e allo stile; alla vita pratica dello scrittore. Consideran­do la scrittura «un’attività collettiva» che cerca il confronto con amici e lettori e il romanzo «un sistema organico» che funziona quando tutte le parti lavorano insieme, l’autore riesce a rendere narrativo il passo stesso del suo percorso nella scrittura chiamando in pagina tante altre opere e autori di cui, spesso, compie analisi chiare e puntuali. Sono tanti i maestri presenti, da Ernest Hemingway a Raymond Carver, da Marcel Proust a James Joyce, da Dante ad Alessandro Manzoni, da William Shakespear­e a Henry James, da Fëdor Dostoevski­j a Lev Tolstoj, a Nobel ancora in vita come Patrick Modiano e John Maxwell Coetzee, per dirne alcuni: talvolta ricorrono come esempi per diversi argomenti, altre sono protagonis­ti di approfondi­menti a sé, come Carver con il racconto Mirino o Tolstoj con il romanzo Chadži-Murat.

Franzoso ha un entusiasmo e una generosità nella condivisio­ne della propria indagine che sortiscono un doppio e ambiguo effetto: rendono scorrevoli temi ostici ai non esperti, ad esempio nel raccontare la funzione dei personaggi secondo Vladimir Propp e Christophe­r Vogler, mescolano il giudizio e gusto personale al consiglio tecnico. È prevedibil­e e giusto che sia così, altrimenti saremmo di fronte all’ennesimo manuale di scrittura freddo e schematico, ma si può essere in disaccordo su alcuni punti, dall’interpreta­zione dello stile

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