Corriere della Sera - La Lettura
Che San Giovannino brutto e bellissimo!
Allo spirito della città appartiene anche la Figura femminile in decomposizione, una Vanitas in cera del XVIII secolo, splendido e inquietante memento mori della tradizione barocca proveniente da una collezione privata. L’opera è stata donata in ricordo di Ernesto Cilento, membro dell’Associazione Amici di Capodimonte. Altro esemplare passato sul mercato internazionale, donato al museo napoletano dai Cavalieri del Lavoro-Gruppo Mezzogiorno, la porcellana della Real Fabbrica di Capodimonte raffigurante Apollo e Marsia (1757), di Giuseppe Gricci, celebre capo-modellatore della manifattura. Regalo dell’artista belga Jan Fabre, uno dei nomi di spicco del contemporaneo, è invece la serie dei tre scarabei in oro Golden Holy dung Beetle. «Queste donazioni fanno molto bene — commenta il direttore di Capodimonte, Sylvain Bellenger — perché un museo che incrementa la propria collezione è un museo vivo. Il valore che tutto ciò ha per la collettività è ben più ampio delle cifre scritte negli atti di cessione. I lasciti in molti casi completano il racconto di un artista o di un periodo storico e rafforzano il legame con il territorio».
Nel segno del mecenatismo d’artista anche il dono che l’ottantatreenne pittore tedesco Georg Baselitz ha destinato alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, a giugno. Si tratta di un suo disegno, Senza titolo-Studio da Francesco Pianta, esposto nella mostra che il museo gli ha dedicato nel 2019. Novecento e contemporaneo protagonisti anche dei doni alla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma, dove nel 2020 — oltre a opere regalate da collezionisti e artisti, di Giulio Paolini e del fotografo Gabriele Basilico tra gli altri — sono entrati in collezione importanti fondi d’archivio: quello del pittore Emanuele Cavalli (1904-1981), il fondo Guido Strazza — con opere e carte dell’artista,