Corriere della Sera - La Lettura
Battute, barzellette... Oggi non è facile
È papà di Zelig e Smemoranda, inventore con Michele Mozzati del clamoroso successo di «Anche le formiche...» uscito giusto trent’anni fa. Dice «Viviamo in attesa»
venta barzelletta che va bene, magari funziona, fa ridere, ma è un’altra cosa, dietro c’è poco».
Poi aggiunge: «L’altra sera ho sentito un’intervista al ministro Speranza sulle fasce e le priorità nelle vaccinazioni. Si comincerà con gli over 80. Sa quanti sono in Italia? Quattro milioni e 400 mila. Tutti davanti a me, per il mio turno mi sa che devo aspettare parecchio. Come vede del Covid si può anche ridere».
Sente attorno a sé questa voglia di stare allegri?
«La voglia c’è ed è tanta. Come Gino&Michele siamo curatori di “StandUp”, una nuova collana di umorismo per Solferino, aperta da Maurizio Milani con La La Lambro; a seguire Paolo Rossi, Gene Gnocchi, Paolo Cevoli».
Una risata liberatoria alla faccia del virus...
«Una legge della comicità dice che se a qualcuno scappa da ridere in un momento drammatico è perché ha trovato qualcuno a cui dare la colpa. Così se qualcuno ride adesso è perché forse ha individuato il colpevole».
Si può ridere anche del dolore e della tragedia: nel film di Roberto Benigni “La vita è bella” la quotidianità di un campo di concentramento diventa un gioco; in “Train de vie” di Radu Mihaileanu un finto treno di finti deportati con tanto di ebrei travestiti da finti nazisti scorrazza allegramente per l’Europa.