Corriere della Sera - La Lettura
La metamorfosi di un uomo normale è un giallo
Il noir esistenziale di Massimo Cassani racconta le scoperte di un figlio alla morte del padre
Massimo Cassani con L’ultimo ritorno (Castelvecchi) si lascia alle spalle le trame del giallo classico e cerca una nuova strada espressiva. Una scelta non facile, soprattutto per un giallista che brilla proprio per la capacità di costruire testi «classici» dell’investigazione. La sfida, comunque, è vinta in questo romanzo che narra le vicende di Lucio Mantovani, un uomo normale, con una famiglia tipica, una villetta con giardino, lo scenario delle Prealpi intorno, una moglie proprietaria di un’attività, un figlio, gli amici, l’insegnamento presso il liceo della cittadina.
L’equilibrio, però, viene infranto dalla morte del padre del protagonista, Giovanni, un uomo che molti anni prima ha abbandonato la moglie e il figlio per trasferirsi a Milano, dove ha svolto fino alla morte l’attività di redattore editoriale e traduttore. A Lucio viene lasciato in eredità l’appartamento, che il giovane decide di vendere per liberarsi al più presto possibile della scomoda memoria del padre. Da questo punto in poi della storia, la solida vita di Lucio e il mondo intorno a lui perdono contorni e certezze e il romanzo vira verso il noir.
Nella pagine, gestite con passaggi tra prima e terza persona, troviamo strozzini, giocatori d’azzardo, loschi figuri, donne fatali, giovani ragazze, ricatti, eredità nascoste, tradimenti e inganni. Noir non è però la definizione adatta a L’ultimo ritorno; Cassani gioca con questi topoi di genere per costruire un romanzo di formazione, la storia vive nella tensione tra due poli: la provincia e Milano; inizialmente la prima è vista in una luce quasi edenica, c’è nei pensieri di Lucio uno struggimento nostalgico, a cui ci contrappone una Milano afosa, solitaria e umidiccia; fastidiosa verrebbe da dire.
La storia trova la sua ragion d’essere proprio in questo continuo spostarsi di Lucio tra il paese e Milano, ma ogni viaggio rivela una novità: un segreto, una bugia, un tradimento portano al protagonista una mutata consapevolezza di quanto la sua vita, e quella dei suoi cari, sia stata fasulla e meschina.
A questa metamorfosi dell’animo si unisce una trasformazione fisica. Lucio nel suo primo apparire è un uomo metodico, la barba fatta ogni mattina, «il rituale», una sigaretta dopo il caffè, e nessuno stravizio. Con il deteriorarsi della sua vita, con le scoperte che comporta, il suo aspetto cambia: si fa crescere la barba, le poche sigarette diventano pacchetti, incomincia a