Corriere della Sera - La Lettura
Le mani sul lago
Iseo La passerella di Christo sul Sebino, che tanto entusiasmò, ha un erede. Lorenzo Quinn, artista che ha intrigato Venezia con monumentali installazioni, presenta «Your World», pianeta ricoperto di vegetazione sostenuto dalle dita di una bambina. «Il messaggio è chiaro»
Un ritorno. Anzi, due. Le mani scolpite da Lorenzo Quinn riemergeranno dall’acqua. E il lago d’Iseo si ritroverà cornice e anima di un’opera ad alto dosaggio scenografico, 5 anni dopo il drappo arancione con cui Christo l’aveva avvolto per una delle sue ultime, visionarie imprese: The floating piers, la passerella da 70 mila metri quadrati percorsa da un milione e mezzo di persone in due settimane. Una via galleggiante da Sulzano a Monte Isola, allora, per l’artista bulgaro scomparso nel 2020; il golfo di Sulzano, adesso, culla di Your World di Quinn.
L’idea della nuova installazione è definita, la caccia ai finanziamenti cominciata: d’intesa con l’amministrazione del piccolo centro affacciato sulla sponda bresciana del Sebino — duemila abitanti e una giunta a larga maggioranza rosa — si rimetterà in moto il meccanismo rodato con Christo. L’autore sostiene i costi e il Comune accompagna fase autorizzativa e burocratica dialogando con gli altri enti pubblici. La creazione — pandemia permettendo, sarà fisicamente in piedi non prima del 2022 — è un’altra volta monumentale. Ed è Quinn stesso a raccontarne i dettagli a «la Lettura», dopo che sui social un primo post muto con immagini del progetto ha fatto il giro del mondo. Una fuga in avanti «di buon auspicio. Il 2021 — spiega — speriamo sia l’anno della rinascita». L’artista, famoso (anche) per le enormi mani piazzate nel Canal Grande di Venezia, rilancia: Support (2017) sorreggeva idealmente Ca’ Sagredo ricordando «le conseguenze che l’attività umana ha sul clima», Your World porta al cielo un mondo «che è nostro e che non possiamo lasciare affondare». Il messaggio: «La plastica ci soffoca e la pandemia mostra che le battaglie oggi sono globali, nessuno si può chiamare fuori». Le nuove mani ecologiste saranno femminili, «richiamo alla vita e al rispetto».
Lorenzo Quinn è nato nel 1966: si divide tra Stati Uniti, Spagna e Italia. Oltreoceano ha radici da parte di padre, il Premio Oscar Anthony Quinn. La seconda è la sua patria professionale (studio a Barcellona). La terza è la terra di sua madre, Jolanda Addolori. Originaria di Venezia, ha trasmesso al figlio l’amore per la città, dove lui ha poi plasmato alcune delle sue opere più conosciute degli ultimi anni. Ammirate e fotografatissime dal pubblico, attaccate da una parte della critica che ha contestato resa estetica e «concetti facili». È successo con Support, poi con Building Bridges (2019) all’Arsenale, l’inno alla fratellanza declinato in sei coppie di mani reo d’essere visibile dalla Biennale ma non parte della Biennale. Ancora: Give (2020), dedicata «alla natura che dà senza ricevere» ed esposta a Firenze, per i detrattori «niente di nuovo», era invece «un giusto richiamo al rispetto dell’ambiente» secondo chi l’aveva voluta. Per la cronaca, non proprio uno sconosciuto: Eike Schmidt, direttore degli Uffizi.
Contestato. Ammirato. Controverso. Pop. Quinn non rinnega nulla: «Messaggi semplici? A me interessa farmi capire, non il contrario». Ancora mani? «Non è il mio solo soggetto. Però sì: mi interessano, grazie alle mani facciamo tutto. Con il virus la stretta di mano è ciò che ci viene negato e che vogliamo ritrovare».
Mani che puntano su Sulzano. Lì la giunta accarezza l’idea di non lasciare cadere l’eredità dei giorni d’oro in cui Christo Vladimirov Yavachev sul lago aveva trascinato una folla oceanica. Quando tutto è finito, racconta il sindaco Paola Pezzotti, «non potevamo restare fermi: dovevamo dare seguito alla straordinaria opportunità offerta al territorio». Ineguagliabile Christo. Eppure c’era e c’è la voglia di riprovarci. «Subito dopo The floating piers — ricorda Ida Bottanelli, vice di Pezzotti e riferimento in giunta per questa missione — sono arrivate molte proposte di artisti interessati a realizzare qualcosa da noi. Ma eravamo orientati soltanto verso un intervento di Land art in grado di parlare a tutti». A Venezia, negli stessi giorni, Support attirava l’attenzione. Gli intenti si sono incrociati. Sopralluoghi, studi, la conditio sine qua non della temporaneità. «Il paesaggio dovrà tornare intatto — prosegue Bottanelli — e il lavoro di Quinn rispondeva ai nostri criteri. È una firma discussa, comunque riconosciuta a livello internazionale e con collaborazioni di livello».
Essere in qualche modo erede di Christo è faccenda parecchio impegnativa. «Lavorare dove ha lavorato lui — dichiara lo scultore — è un grande onore». Your World costerà 1,5 milioni di euro: cerca sponsor. «La galleria Halcyon nel 2018 era pronta a coprirne la metà, poi l’impegno è virato sull’Arsenale. Se potessi tornare indietro, lavorerei subito a Sulzano». L’installazione è enorme. «Mani in alluminio alte 15 metri, la sfera (diametro 7,5) ricoperta da vegetazione. Il pubblico si avvicinerà su due pontili». Dietro ci sono studi ingegneristici precisi. «Diversamente dal mare, il lago d’Iseo non dà problemi legati alle onde, né di vento perché il punto è protetto, né di salsedine». Però c’è un però. «La profondità del fondale». Anche riducendo la distanza dalla riva da 150 metri (ipotesi iniziale) a una cinquantina, sotto le mani si scenderà a 60 metri. Scartata l’idea dei pilastri, «il lavoro sarà ancorato con pesi e galleggerà». I dettagli: «Esiste già una colonna sonora di Stefan Meylaers. Come biglietto d’ingresso chiederemo un rifiuto da riciclare, in cambio daremo un sacchetto organico che potrà essere piantato e germoglierà: dalla morte alla vita». Pensiero chiaro. «Ho sempre cercato di fare arte per le persone, con un linguaggio comune. Lo stesso bambino allegorico che sott’acqua alzava le mani sorreggendo Ca’ Sagredo ora riaffiora nel Sebino per cercare di sostenere il mondo, il nostro mondo». Nel 2017 le mani erano plasmate su quelle di suo figlio. «Ora è cresciuto e il modello sarà un altro. O meglio, un’altra: questa scultura avrà mani di bambina».