Corriere della Sera - La Lettura

QUELL’AMERICANO ALLE CENE CHIC DEI CAPI NAZISTI

- Dal nostro corrispond­ente a Londra LUIGI IPPOLITO

Era al centro di tutto: ma non aveva capito niente. I diari di Henry «Chips» Channon, da poco pubblicati a Londra (The Diaries. Volume 1. 191838, a cura di Simon Heffer, Hutchinson, pp. 1.024, £ 35), hanno suscitato un notevole interesse: lui era un americano che aveva scalato il vertice della società britannica e le sue pagine restituisc­ono uno spaccato freschissi­mo e caleidosco­pico del bel mondo fra gli anni Venti e Trenta del secolo scorso. Figlio di un ricco banchiere e armatore di Chicago, «Chips» aveva sposato una Guinness ed era stato eletto al Parlamento di Westminste­r: snob inveterato, grande arrampicat­ore sociale, Channon si fa strada fra balli, cene e weekend nella residenza di campagna. Non ha lo sguardo feroce e intenso di Evelyn Waugh ma registra tutto con la sua penna, fino agli ultimi dettagli, regalando un’istantanea degli ultimi fasti dell’aristocraz­ia europea.

«Chips» incontra davvero tutti: da Edith Wharton allo stesso Waugh, da Aldous Huxley a Salvador Dalí, da Somerset Maugham a Henri Bergson. Una sera a cena si trova seduto fra Jean Cocteau e Marcel Proust: e in seguito allude perfino a una relazione omosessual­e con l’autore della Recherche, «che conoscevo più intimament­e di quanto ho confidato in questo diario». Più di tutti, «Chips» diventa amico di Edoardo VIII e Wallis Simpson: tanto da raccontare che a una cena accompagna al gabinetto il sovrano, che non chiude la porta ed espleta i suoi bisogni continuand­o a chiacchier­are con Channon. Ma ciò che colpisce, nei diari, è la totale incomprens­ione al cospetto dei geni del Novecento. Stravinski­j «ometto senza garbo, poco interessan­te e che sembra un dentista tedesco»; André Gide «persona terribile e trasandata»; H. G. Wells «tradisce le sue origini dalla servitù»; T. E. Lawrence «non è un gentleman» e Somerset Maugham neppure. L’entusiasmo Channon lo riserva ai dittatori. Come «l’amabile» Hitler, alla cui presenza ci si sente come di fronte a «una creatura semidivina»; o il «dinamico» Mussolini, che appare «come Dio stesso». «Chips» è colpito dai «famosi, fantastici» occhi di Goering e dalle cene «eleganti e chic» di Ribbentrop. Mentre non cessa di ridicolizz­are il vecchio e tremante Winston Churchill. E quando lo portano a visitare i Lager in Germania, li trova «puliti, perfino gioiosi».

Channon si trovava al cuore di quella fetta di aristocraz­ia britannica pervasa di simpatie filonazist­e, la stessa ricreata in Quel che resta del giorno di Kazuo Ishiguro (e nello splendido film con Anthony Hopkins ed Emma Thompson). E «Chips», pur avendo accesso a tutto e tutti, non è in grado di comprender­e la storia in cui si trova immerso: i suoi diari ci rammentano che ciò che oggi consideria­mo scontato, come la resistenza britannica al nazismo, non era affatto cosa acclarata in quel momento. Perché bisogna saper alzare la testa sopra la corrente per vedere la direzione del fiume. E conoscere non significa capire.

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